Uno sguardo ravvicinato alla Fomet di San Pietro di Morubio, indiscusso leader nazionale nella produzione di fertilizzanti speciali per l’agricoltura
Di: Andrea Panziera
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Il tessuto imprenditoriale italiano, come ampiamente noto, si connota principalmente per la presenza di aziende di piccole-medie dimensioni, le cui fortune trovano la loro scaturigine nell’ingegno e nella lungimiranza di quella generazione post- bellica che ha posto le basi della rinascita civile ed economica del nostro Paese. Nel corso degli ultimi 50-60 anni, alcune di queste realtà, all’epoca abbastanza minuscole e con un raggio d’azione prevalentemente locale, grazie alla maturata consapevolezza del/dei fondatori, della valenza della “business idea” sottostante, si sono via via ingrandite e consolidate, tanto da diventare dei player molto importanti nei rispettivi settori operativi. In questi giorni ho avuto l’opportunità di conoscere più da vicino una di queste aziende, la Fomet S.p.A. di San Pietro di Morubio , indiscusso leader nazionale nella produzione di fertilizzanti speciali e naturali per l’agricoltura, con importanti relazioni e presidi commerciali nei principali mercati internazionali che utilizzano questa tipologia di prodotto. Essa rappresenta la classica cartina da tornasole che chiarisce i presupposti ed i requisiti del successo del made in Italy nel mondo. Per competere in contesti altamente concorrenziali, spesso labour saving e permeati di continua innovazione, è fondamentale analizzare con estrema competenza le caratteristiche complessive della domanda proveniente dai mercati di riferimento e fornire le risposte adeguate a soddisfare quelle aspettative. Tre sono i mantra ineludibili nel settore merceologico della Fomet (e, a ben guardare, non solo in questo): recupero dello scarto, sostenibilità ed efficacia. I primi due compongono i naturali presupposti di ogni iniziativa che abbia come orizzonte operativo l’avvicinamento all’idea di Economia Circolare, mentre il terzo costituisce la “conditio sine qua non” per il soddisfacimento delle esigenze degli acquirenti. Se si ha la pazienza di leggere tutto l’excursus storico della Fomet, l’inscindibilità, passata e presente, di questi elementi appare in tutta la sua evidenza, corroborata viepiù da risultati economici di assoluto rilievo. Cinquant’anni di attività scanditi da una crescita costante, iniziata nel 1973 grazie all’ingegno del fondatore Paolo Cappellari e proseguita in modo graduale fino ad oggi, con una filosofia aziendale che ricorda molto da vicino quella dell’Economia Sociale di Mercato, con un richiamo forte ed articolato all’Etica di Impresa. Il documento sulla dignità del lavoro, in tutte le sue possibili declinazioni costituisce parte integrante degli accordi sottoscritti con le aziende che si relazionano con Fomet. Ma le sorti delle iniziative industriali dipendono sempre da un altro fattore, la cui assenza è stata quasi sempre causa della fine di dinastie anche molto importanti: la capacità di trasmettere e far condividere la stessa visione di business ai dirigenti, alle maestranze e, in primo luogo, alla generazione successiva. L’eredità non solo materiale, ma soprattutto valoriale, da sempre è la più potente garanzia che il lavoro pregresso non andrà disperso, una sorta di passaporto riconoscibile e riconosciuto sulla via della continuità. Il fattivo coinvolgimento del management nel processo decisionale e l’ingresso a pieno titolo nella vita aziendale della terza generazione della famiglia Cappellari induce a ritenere che questi primi 50 anni rappresentino solo il primo traguardo di un cammino ancora molto lungo.