I capelli possono essere magici, come nel famoso film della Disney “Rapunzel”? Per i malati oncologici, sicuramente sì
Di: Samuela Piccoli
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Ci si lamenta spesso dei giovani, del fatto che siano troppo concentrati su loro stessi e abbiano poco a cuore ciò che succede al resto del mondo. Niente di più sbagliato se guardiamo all’atto di generosità che ha compiuto Lara C., una ragazzina di 12 anni, che ha voluto tagliare e donare i suoi lunghissimi capelli biondi ad un’ associazione che fornisce gratuitamente parrucche ai malati oncologici.
Le abbiamo chiesto da dove fosse nata questa bellissima idea. “Avevo letto un articolo sul giornale di una bambina che aveva offerto i suoi capelli lunghi. In più, mia nonna desiderava che me li tagliassi per vedere come stessi con il caschetto. Mi piaceva l’idea di regalare i capelli con i quali sarà prodotta una parrucca che, molto probabilmente, verrà data ad una bambina sottoposta a chemioterapia. Mia zia Giorgia Z. era entusiasta dell’idea e l’ha concretizzata prenotando dalla parrucchiera Marzia Caporali proprietaria dello Spazio Emme.” Insomma, una moderna Rapunzel.
Giorgia ci ha spiegato come conoscesse da tempo Marzia e avesse visto sul suo sito che tagliava e dava ad un’azienda i capelli perché venissero create capigliature posticce per i pazienti oncologici. È un’iniziativa che portano avanti da anni : fanno acconciature e truccano le persone che stanno effettuando un percorso di chemioterapia. Abbiamo parlato con Marzia e con Eleonora, proprietaria dell’azienda “Winner’s, capelli vincenti” per farci raccontare le loro storie.
Marzia Caporali e lo Spazio Emme
Ho vissuto sulla mia pelle il calvario della chemio e la perdita di una persone cara. Per questo motivo ho deciso di aderire, già da 5 anni, a questa bellissima iniziativa. Prima con un’associazione chiamata “Diamoci un taglio”, successivamente tramite un’altra: “La cura sono io”.
Tante bambine hanno risposto al nostro appello e hanno accettato di farsi tagliare la lunga chioma, o meglio la lunga treccia, per donarla a persone in seria difficoltà. Per fare questo tipo di donazione i capelli devono essere sani, naturali, non decolorati e lunghi almeno 30cm in modo da creare parrucche di ottima qualità. Due anni fa ho fatto anch’io questa scelta e l’ho ripetuta recentemente, quando la lunghezza era tale da poter essere utilizzata.
Ci sono pochi parrucchieri che aderiscono a questa associazione, una decina circa, per cui ho parecchie richieste di ragazze e bimbe che ci “offrono la loro testa” per poter far felice qualcuno che, sottoposto alla chemioterapia, ha sofferto la perdita dei capelli. Noi pubblichiamo le foto su Facebook e Instagram, ovviamente se i genitori ci danno il permesso, perché più si condivide, più si dà la possibilità ai pazienti che non possono permettersi il lusso di una parrucca, di ottenerne una gratuitamente creata partendo da capelli veri.
Come funziona
Funziona in questo modo: io regalo il taglio alla cliente che a sua volta dona la sua chioma. Prima faccio una treccia e poi la taglio. Successivamente porto i capelli ad un’azienda che si chiama “Winner’s capelli vincenti, guidata da Eleonora e Fabio Bonfà, che si occupa di parrucche, trattamenti calvizie e produce protesi di capelli. Quando avevo bisogno di capigliature posticce mi rivolgevo ai fratelli Bonfà che, in seguito, mi hanno chiesto di aderire all’iniziativa e di collaborare con loro.
Non ci si pensa mai, ma il parrucchiere dà confort a livello psicologico perché, osservandosi allo specchio, ci si sente bene con se stessi e con la propria immagine. Questo accade, a maggior ragione, alle persone sottoposte a trattamento chemioterapico. Bisognerebbe sensibilizzare la gente a donare i capelli, e i parrucchieri a prendere parte a questo bellissimo progetto. Pensa, è venuta da me anche una ragazza di Brescia perché nella sua zona nessun negozio accetta la donazione dei capelli.
Quest’inverno, l’associazione stessa “La cura sono io” ha organizzato una serata per sensibilizzare l’opinione pubblica alla quale è stata invitata anche la mamma di Nadia Toffa. La mia più piccola donatrice è stata una bimba di quattro anni, voleva regalare la sua lunga chioma alle persone che non stanno bene, come la piccola Rapunzel del film disneyano. Come si suole dire: chi ben inizia è a metà dell’opera.
Winner’s capelli vincenti
Io e Fabio abbiamo aderito con entusiasmo al progetto di creare e regalare parrucche a quei malati che non possono permettersi di pagarle di tasca propria. L’azienda, che produce protesi di capelli, è stata fondata nel 1970 dai nostri genitori, ai quali siamo subentrati noi dopo la loro prematura scomparsa. Ci occupiamo prevalentemente di produzione di parrucche e di protesi di capelli per chi soffre di alopecia. Ci siamo avvicinati al mondo della chemioterapia 25 anni fa circa e abbiamo riscontrato, in alcuni casi, poca professionalità perché per ogni problema, in realtà, esiste un prodotto specifico.
Chemio e alopecia: ad ognuno il suo prodotto
Per la chemio abbiamo un approccio diverso rispetto all’alopecia, dobbiamo usare prodotti di qualità. A chi è sottoposto a terapia chemioterapica si devono fornire prodotti a dispositivo medico; per le persone che soffrono di alopecia, invece, si ha bisogno di caratteristiche diverse perché le parrucche vengono indossate per più di un anno. I prodotti a dispositivo medico non hanno bisogno di molta manutenzione, devono essere quasi in pronta consegna ( 10-15 giorni) poiché la caduta dei capelli è molto rapida con le chemioterapie.
L’aspetto psicologico è importante: la prima cosa che accade durante le chemio è la perdita dei capelli e questo crea non poco dispiacere nei pazienti . Quindi dobbiamo risolvere in maniera rapida ed ottimale il problema fornendo loro una soluzione in breve tempo.
Dopo aver scelto la parrucca, i pazienti ricominciano ad uscire, ad andare a cena con gli amici senza che nessuno li fissi. Pensa che a volte in ospedale i medici si meravigliano del fatto che i loro assistiti non abbiano ancora perso i capelli, quando in realtà indossano già la capigliatura posticcia. Se viene scelto taglio e colore adatto, difficilmente ci si accorge che i capelli non sono veri.
La cura sono io
Il progetto di donare parrucche ai malati oncologici, legato all’associazione “La cura sono io”, è partito a Verona e una decina di parrucchieri circa vi hanno già aderito. Chi lo desidera , può tagliare in autonomia treccia e inviarla direttamente all’associazione che provvederà a farla arrivare presso la nostra azienda per poi essere lavorata.
Quando un paziente sottoposto a chemio si rivolge alla società per chiedere una parrucca in donazione, la sua richiesta viene accettata in base a determinati requisiti: ovviamente ha la precedenza chi ha problemi di reddito. Poi vengono da noi e scelgono il prodotto che ritengono più adatto a loro. Noi diamo la parrucca gratuitamente e finora ne abbiamo regalate una ventina, insieme ad un’altra associazione.
Quanto costa una parrucca?
Il costo di una parrucca può variare dagli 800 ai 2500 euro per avere capelli lunghi e naturali. Spendendo 700/800 euro si ha comunque un ottimo prodotto e per le vendite stiamo soprattutto su questo tipo di cifre. Sull’acquisto di una parrucca, la Regione Veneto dà un contributo di massimo 400 euro per pazienti oncologici e malati di alopecia che, in seguito, essendo dispositivi medici, possono scaricare.
Le ragazzine sono molto propense alla donazione e a far qualcosa di concreto per aiutare chi ha bisogno. Poche aziende hanno nel loro interno un laboratorio per la produzione, a Verona siamo solo in due: la nostra azienda tratta fibre che assomigliano a quelle naturali del capello, sono facili da usare e non hanno bisogno di manutenzione: proprio questo tipo di parrucche sono usate dai pazienti che stanno facendo un percorso di chemioterapia, a loro devi offrire una soluzione perfetta.
Per quando riguarda i malati di alopecia, la questione è un po’ diversa come pure il tipo di vendita anche perché, nel loro caso, i capelli a volte ricrescono a volte no e in alcuni casi ricrescono a zone o molto radi. Ancora oggi i medici non hanno capito come funzioni questa malattia.
L’alopecia e le battute
L’alopecia, malattia autoimmune, viene trattata ancora con molta ironia, ma chi ne è affetto ne soffre soprattutto per la paura di essere messo in ridicolo dagli altri. Insomma, senza capelli, ovviamente non ci si sente a proprio agio in mezzo alla gente. Fare batture su questa patologia è certamente di cattivo gusto, quindi la scelta di Chris Rock di ironizzare sulla moglie di Will Smith si è rivelata una pessima idea anche perché i social, che raccolgono persone affette da questa patologia, sono insorti. La moglie dell’attore premio Oscar voleva lanciare un messaggio positivo: “ Donne uscite senza preoccuparvi troppo del vostro aspetto e il mondo vi accetterà”. Al contrario, a causa della battuta di Rock, è arrivato ai telespettatori un messaggio piuttosto negativo.
Ed è per questo che si ha bisogno di donatori e donatrici. Quando abbiamo chiesto a Lara C. come si sentisse con i capelli più corti e sapendo di aver regalato la sua treccia a chi ne ha bisogno, ci ha dato la seguente risposta:” felice e più grande”. Hai ragione Lara, le azioni generose fanno crescere e ci permettono di “essere umani”.