L’Italia di Mancini archivia l’amichevole con la Turchia e si prepara a voltare pagina. Ecco cosa aspettarsi dalla Nazionale del futuro

Di: Diego Boscarello

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Ieri sera si è chiusa la settimana fallimentare della Nazionale. Non si può infatti definire altrimenti il mancato raggiungimento della fase finale dei Mondiali del prossimo autunno in Qatar.

La vittoria con la Turchia ha il sapore della beffa più che quello della consolazione. Mancare l’appuntamento con la Coppa del Mondo, dopo l’analoga beffa con la Svezia di cinque anni fa, lancia un campanello d’allarme colossale sugli Azzurri e non solo. Sotto la lente di ingrandimento deve passare infatti anche il movimento calcistico italiano in generale.

Inutile girare attorno a scuse e alibi: la debacle di Palermo contro la Macedonia ha certificato come un gruppo come quello degli Azzurri, svuotato dello spirito che aveva portato al trionfo agli Europei, non meritasse di volare in Qatar. Cinismo, fantasia ed identità sono le qualità che più sono mancate all’Italia vista in campo.

La Nazionale di domani

Ciò da cui è obbligatorio ripartire è un gruppo di giovani che possano riattaccarsi alla maglia e crescere assieme per trovare tramite l’allenatore (sia esso Mancini o un volto nuovo) un’identità di gioco valida. Diversi giocatori della vecchia guardia saranno chiamati a fare da “chiocce” del gruppo, ma con tutti gli altri bisognerà avere il coraggio di dire addio.

Già ieri sera si sono visti diversi fra quelli che potrebbero essere i volti del nuovo ciclo. I vari Raspadori, Scamacca, Tonali e Zaniolo devono riuscire a ottenere spazio consistente per poter proseguire nel proprio cammino di crescita. Non potranno però essere gli unici: ecco perché è importante riuscire ad attuare delle politiche che favoriscano lo sviluppo dei settori giovanili e che consentano a quanti più ragazzi possibile di giocarsi le proprie carte per arrivare fra i professionisti.

Nel frattempo occhio ai ragazzi dell’Under 21 di Nicolato, ieri vittoriosi sulla Bosnia nel match di qualificazione agli Europei di categoria. Anche se forse meno ricchi di talento di annate precedenti, sono comunque potenzialmente pronti a diventare degli innesti fondamentali per la Nazionale.

In generale il calcio italiano deve imparare ad avere pazienza con i giocatori del domani. Fare in modo che le squadre garantiscano loro spazio è una missione che richiede l’intervento non solo dei club. Anche e soprattutto organi come la FIGC sono chiamati infatti a dare il via al cambiamento. Se così non sarà allora non sorprendiamoci se fra quattro anni saremo costretti a riscrivere considerazioni come queste.