Come facilmente prevedibile, la lotta per lo scudetto si deciderà nelle ultime giornate di Campionato, se non proprio all’ultima
Di: Andrea Panziera
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Come facilmente prevedibile, la lotta per lo scudetto si deciderà nelle ultime giornate di Campionato, non escludo proprio all’ultima.
Chi nelle scorse settimane profetizzava una agevole passeggiata per l’Inter è stato clamorosamente smentito. Con rammarico, da tifoso nerazzurro, prendo atto che la squadra allenata da Simone Inzaghi nelle recenti prestazioni ha smarrito gioco e, soprattutto, lucidità nella gestione delle situazioni più delicate; il misero punticino raccattato negli ultimi tre incontri, due dei quali giocati a San Siro, dimostra oltre ogni evidenza che i problemi non sono confinati a questo o quel giocatore ma coinvolgono un po’ tutti i reparti.
Gli attaccanti vedono la porta sempre più stretta, i difensori ed il portiere palesano distrazioni non in linea con la loro storia calcistica ed in mezzo al campo mancano ricambi all’altezza dei titolari, alcuni dei quali paiono aver esaurito la benzina. Non è che le altre pretendenti allo scudetto stiano invero brillando ed è proprio per questo che alla fine la spunterà chi avrà sbagliato di meno.
Esattamente tale sopravvenuta mediocrità mi sembra l’incipit da cui partire per una riflessione su una situazione che il recente turno delle competizioni europee ha impietosamente messo in evidenza.
Quanto è grande il gap fra le nostre squadre di punta e le migliori dei campionati esteri? Ci siamo illusi che la recente vittoria estiva della nostra Nazionale contro gli Inglesi fosse la cartina da tornasole dell’eccellente livello del nostro mondo pallonaro a livello continentale.
Probabilmente gli ottavi di Champions saranno superati solo dalla Juventus, la cui performance nel nostro torneo tutto è fuorché brillante; in Europa League è rimasta in lizza la sola Atalanta. Bilancio che definire misero appare locuzione molto generosa. Non regge neanche la solita giustificazione, quella economica; non siamo stati superati dalle squadre degli sceicchi o da quelle dei magnati.
Le magre figure rischiamo di farle proprio con tutti, a prescindere del peso finanziario delle rispettive proprietà. Un tempo eravamo maestri di tattica ma nel calcio moderno si corre alla velocità della luce ed oltre alle doti tecniche contano quelle fisiche, soprattutto nella rapida consequenzialità fra pensiero ed azione.
In caso contrario tutto diventa prevedibile e, quindi, arginabile. Su questo terreno siamo molto in ritardo e probabilmente ci vorranno anni per colmare le distanze che ci separano dai migliori club europei.
L’unico team che mi sembra aver compreso la direzione del vento è l’Atalanta, che pur non disponendo di mezzi finanziari eccelsi e quindi con una rosa di discreti pedatori ma senza acclamati top player, sta da anni ottenendo risultati di tutto rispetto. Bravo il Gasp ed un plauso alla famiglia Percassi che lo ha assecondato.