Al Festival di Cannes 74, UN EROE di Asghar Farhadi Grand prix (ex-aequo). Il ritorno di Farhadi nella società iraniana

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Di: Roberto Tirapelle

SINOSSI: Rahim è in prigione a causa di un debito che non ha potuto ripagare. Durante un congedo di due giorni, cerca di convincere il suo creditore a ritirare la sua denuncia contro il pagamento di parte della somma. Ma le cose non vanno come previsto…

Anche per Asghar Farhadi Cannes porta fortuna: dopo “Todos lo saben” (Tutti lo sanno), aprendo la 71a edizione del Festival di Cannes, Le Passé (2013), incoronato con il Premio alla migliore attrice assegnato a Bérénice Bejo, Forushande ( Le Client, 2016), Premio Sceneggiatura e Miglior Attore, con “Un eroe” al ritorno con un quarto film in Concorso per il regista-sceneggiatore che fa rivivere il thriller psicologico. “Un eroe” è anche il quarto film di Asghar Farhadi prodotto da Alexandre Mallet-Guy e il settimo che ha distribuito in Francia.

Fuori Cannes “A Separation” viene presentato al Festival di Berlino dove viene acclamato dalla stampa e dal pubblico. Farhadi parte con l’Orso d’Oro per il miglior film e due Orsi d’argento per tutti gli attori. Il film raggiunge il pubblico di tutto il mondo e alla fine vince più di 70 premi internazionali.

Con “Un eroe” Farhadi torna in Iran per sviluppare al meglio la propria poetica espressiva. Il regista traccia il contesto di un dramma sociale, esplorando il sistema amministrativo iraniano, capace di spingere le persone con labirinti di prove a fornire in difesa. In una società del genere, il regista denuncia che un dettaglio trasforma un eroe in un emarginato.

Aspetti fondamentali di questa narrazione sono anche la morsa dei social network. In effetti, le sue intenzioni altruistiche si riflettono nella spirale mediatica, prima per renderlo un eroe, poi per brutalizzarlo come un criminale. E lo spettatore guarda sempre davanti alla tv o al cellulare con passione, applausi e disprezzo.

Una commedia kafkiana che il protagonista Amir Jadidi interpreta con una semplicità disarmante eppure così intensa.

Forse alla fine ci sarà la redenzione per questo Eroe?

Estratti dall’intervista con Asghar Farhadi

Perché ambientare questa storia a Shiraz?

“La risposta a questa domanda è data dal tema del film. Ci sono molte vestigia storiche a Shiraz, tracce importanti e gloriose dell’identità iraniana. Il motivo principale per scegliere questa città è la specificità della trama e la caratterizzazione dei personaggi. Ma c’è un motivo secondario che era il mio desiderio di prendere le distanze dal tumulto di Teheran.”

C’è una grande ambiguità nel personaggio di Rahim. Ad esempio questo sorriso che non lascia quasi mai…

“Mi sembra che l’approccio realistico del film richieda questa complessità nella caratterizzazione dei personaggi. Come nella realtà, le persone sono composte da una molteplicità di dimensioni e in ogni situazione una di esse prende il sopravvento e diventa più visibile. Possiamo dire che sono personaggi “grigi”: non sono stereotipati, unidimensionali. Come ogni persona reale nella vita di tutti i giorni, sono fatti di contrasti, tendenze antagoniste, tensioni nel prendere decisioni. Il sorriso di Rahim fa parte di un insieme di tratti che sono comparsi gradualmente nel corso dei mesi di prove per cercare di definire la recitazione dell’attore che lo ha incarnato, per dargli quella qualità di personaggio “grigio”, iscritto nella vita quotidiana”.

Come in “Una separazione”, lo sguardo dei bambini è importante…

“In questo film, ancora una volta, i bambini sono testimoni. Osservano le difficoltà degli adulti ei loro conflitti. Non sono in grado di cogliere la complessità di queste difficoltà. Ecco perché in questo film, come nei precedenti, i bambini sono testimoni frastornati degli eventi. La loro percezione della crisi vissuta dagli adulti è puramente emotiva. Tuttavia, in questo film, Nazanin, la figlia di Bahram, è più grande degli altri bambini e commette un atto che rende la situazione ancora più complessa.”

UN HÉROS (GHAHREMAN – ‫قهرمان‬ ) Iran – France  –  Thriller  – 

Regia, scenario, dialoghi Asghar Farhadi – Fotografia: Ali Ghazi – Montaggio: Haydeh Safihiari – Musica: Mahammadreza Delpak.

Cast: Rahim: Amir Jadidi – Bahram: Mohsen Tanabandeh – Farkhondeh: Sahar Goldoost – Nazanin: Sarina Farhadi – Mme Radmehr: Fereshteh Sadrorafaei

(Gli estratti dell’intervista sono stati ripresi dalla cartella stampa)


(cr. ph. Amir Hossein Shojaei)