GIORNALmente, la pillola giornaliera che nutre la mente: l’11 giugno 1974 muore a Roma il filosofo Julius Evola

Di: Annalaura Casciano

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L’11 giugno 1974 muore a Roma il filosofo Julius Evola, ivi nato il 19 maggio 1898, ma da famiglia di origini siciliane. Prende parte alla Prima Guerra Mondiale come ufficiale di artiglieria, senza tuttavia essere coinvolto in azioni di particolare importanza. Il suo maggiore interesse è però volto ai classici; in particolare, legge D’Annunzio e Wilde.

Tornato dalla guerra, attraversa un momento buio, accompagnato da sostanze stupefacenti e pensieri suicidi. Si allontana così dall’arte e dalla poesia, avvicinandosi invece alla filosofia e pubblicando Teoria e Fenomenologia dell’individuo assoluto nel 1927.

In questi anni, a Roma, frequenta circoli di spiritualismo. Intraprende dapprima una relazione indefinita con la scrittrice Sibilla Aleramo, poi rapporti epistolari con Giovanni Gentile e Benedetto Croce.

Negli anni Trenta, il filosofo, espostosi contro il pensiero fascista, è costretto a dotarsi di una scorta. Dà vita a “La Torre”, di cui escono solo dieci numeri: appunto, la censura del regime gli impedisce di continuare a pubblicare. Inizia quindi la sua esperienza nel quotidiano “Il Regime Fascista” e nel mensile “La Vita Italiana”.

Nel 1934, Evola pubblica la sua opera più prestigiosa: Rivolta contro il mondo moderno. Negli anni successivi, nonostante i controlli, riesce a compiere alcuni viaggi in Germania, partecipando a convegni e parlando dell’idea di “razza”.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’autore è coinvolto in un bombardamento a Vienna, con conseguenze gravissime. Nondimeno, riesce a tornare in Italia e a continuare a scrivere. Inizialmente condannato contro i Fasci di Azione Rivoluzionari, viene infine assolto. La scrittura è ininterrotta e il filosofo riesce a mantenersi con la pensione di invalido di guerra, svolgendo anche alcune traduzioni; ma al seguito di numerosi scompensi fisici, Evola muore a Roma l’11 giugno 1974.