Pillole di biologia dal canale di Andrea Gravina, “Vita a Zero Kelvin”

Di: Chiara Tomasella

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Vita a Zero Kelvin è un progetto che nasce tre anni fa, nell’ottobre del 2018: ad oggi, il canale YouTube che lo ospita ha raggiunto quasi 7600 sottoscrizioni, a fronte di 31 video registrati.

Il suo ideatore è il biologo Andrea Gravina, laureato con lode all’Università Federico II di Napoli, attivo anche su Facebook e Instagram: qui si fa aiutare nella divulgazione da diverse piantine, sempre descritte con accuratezza scientifica, da alcune formiche allevate in un bellissimo terrario e, ultimo ma non da meno, da un gattino grigio di nome Pips.

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Di seguito, un piccolo approfondimento su alcuni topic che troverete meglio approfonditi su Vita a Zero Kelvin.

CARBON FOOTPRINT

L’impronta a carbonio è un metodo per misurare l’impatto ambientale di qualsiasi attività, utilizzando come equivalente di riferimento la CO2 (espressa in tonnellate). Per semplificare, è la risposta alla domanda: “Se questo processo produttivo emettesse questo gas serra, quanto ne dovrebbe produrre per avere lo stesso impatto?”

Tutto ciò che facciamo ha una sua impronta: accendere un ventilatore d’estate o il riscaldamento d’inverno, salire sui mezzi pubblici o guidare, comprare un prodotto scegliendolo in base alla virtuosità della filiera da cui deriva oppure non curarcene. Essere consapevoli del peso che ha una nostra scelta è il primo passo per agire in maniera rispettosa nei confronti dell’ambiente e dei principi di salvaguardia intergenerazionale delle risorse.

Un secondo passo, invece, consiste nel ricercare e ideare strategie che tamponino l’inquinamento già prodotto, per esempio tramite lo sfruttamento di (micro)organismi decompositori.

Un nome interessante in questo senso è quello del batterio Deinococcus radiodurans, impiegato per “digerire” mercurio e toluene presenti in depositi di scorie radioattive. Quest’esserino di massimo 3,5 micrometri di diametro, infatti, è in grado di mantenere la propria vitalità inalterata anche a fronte di un bombardamento di radiazioni 500 volte superiore alla dose letale per un essere umano: conosciuto come organismo poliestremofilo, ha addirittura un posto nel Guinness Word Record. Mica male, per un procariote.

A proposito del biorisanamento
CRISPR/CAS 9

Il Nobel per la Chimica del 2020 è stato assegnato a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna, per aver sviluppato una tecnica di editing genetico basata sulla proteina Cas 9, “forbice molecolare” isolata all’interno di Streptococcus pyogenes e poi ritrovata in molti altri batteri.

Come funziona questo meccanismo?

Un batterio fortunato, sopravvissuto ad una prima infezione da parte di un fago (un virus specializzato nell’infettare i batteri), è in grado di immagazzinare il DNA virale segnalandolo come tale; non contento di averlo reso innocuo, il batterio se ne serve per contrastare una reinfezione. Tramite l’aiuto di due RNA e della proteina Cas9, il procariote sarà infatti in grado di tagliare la sequenza di genoma virale entrata nuovamente nella cellula, impedendole di nuocere.

In laboratorio, questo sistema può essere replicato per evitare che un gene si esprima, anche all’interno di un organismo eucariote: questo perché, quando si taglia una sequenza di nucleotidi in questo modo, il DNA danneggiato andrà a ripararsi in maniera imperfetta, inserendo nuovo materiale nella sequenza e perdendo la capacità di sintetizzare la proteina associata a quel gene, ora difettoso.

Sfruttando la propensione del DNA a ripararsi inserendo materiale tra le estremità tagliate, i ricercatori F. Zhang e G. Church hanno verificato sperimentalmente che è possibile introdurre una nuova sequenza di nucleotidi fornendola dall’esterno, inducendo la cellula ad utilizzarla per riparare il DNA danneggiato dal taglio.

Tutto ciò ha infinite potenziali applicazioni mediche, per la cura di determinate tipologie di tumori e non solo. Per il momento, però, la strada per l’utilizzo sull’uomo di CRISPR-Cas è ancora molto lunga, sia per i normali limiti posti alla sperimentazione della tecnica sia per la possibilità che l’enzima si sbagli e tagli il DNA in un punto diverso da quello previsto.

Il futuro ci dirà se i benefici supereranno le titubanze.

Per approfondire, si consiglia la visione di questo documentario Netflix.
CONSIGLI CONCLUSIVI:
  • Il raffreddore – Una sola malattia, oltre 200 diversi virus. Rinovirus, coronavirus e ceppi influenzali uniti dalla sintomatologia;
  • Un’accurata analisi della struttura di SARS-CoV-2;
  • L’origine di SARS-CoV-2: capire il salto di specie.