I teatri storici del Polesine raccontati da Maria Ida Biggi e Alessia Vedova nella mostra “Quando Gigli, la Callas e Pavarotti…”. Rovigo, Palazzo Roncale, 13 marzo-27 giugno 2021
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La passione per lâopera, il teatro, la musica, il balletto erano – e sono – di casa per il Polesine. Non solo nella cittĂ capoluogo, Rovigo, ma in tutto il territorio. Basti pensare alla traccia documentata di almeno una cinquantina di teatri, attivi anche in paesini di poche anime, persi nel Delta del Po. Un fenomeno davvero unico per capillaritĂ di presenze in un territorio marginale e complesso come quello del Polesine.
Teatri nati, quasi tutti, dalla volontĂ di gruppi di privati che si sono tassati per costruirli e, poi, per sostenerne lâattivitĂ . AttivitĂ soprattutto musicale, quasi gareggiando lâun lâaltro per poter ingaggiare le migliori compagnie o per mettere in scena proprie âproduzioniâ, come si direbbe oggi. Proprio perchĂ© derivati da una âsocietĂ â di persone, presero il nome di Teatri Sociali.
Della stragrande maggioranza di questi teatri non resta che la memoria negli archivi. La grande crisi che giĂ da tempo aveva cominciato a mordere si fece drammatica nel Novecento, quando il Polesine visse una delle sue epoche piĂč difficili. Il substrato sociale promotore e sostenitore di questi teatri si era via via indebolito e sfaldato. Molti di essi vennero abbandonati o abbattuti, altri trovarono una sopravvivenza, anchâessa effimera, come cinema. Poi, il buio.
I sette teatri storici del Polesine
Oggi, di questo straordinario patrimonio sopravvivono sette teatri storici. Sei di essi sono attivi: il Sociale di Rovigo, innanzitutto, il Comunale e il Ferrini ad Adria e quelli di Badia Polesine, Loreo e Lendinara. Tutti restaurati anche grazie al concorso di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che promuove questa mostra. Per il settimo teatro, quello liberty di Castelmassa, il restauro Ăš in corso. Va detto che di teatri in Polesine ne sono attivi altri, oltre ai sette in mostra. La selezione ha reso conto di diversi parametri: data di apertura, interesse architettonici, livello dellâattivitĂ artistica.
I grandi debutti: da Beniamino Gigli a Pavarotti, passando per Callas
La storia di questi sette teatri Ăš costellata di grandi debutti, di prime di opere poi diventate celebri, di piccole ma grandi vicende che sono parte della storia italiana, della musica e del costume.
Tra i tanti debutti spicca anzitutto quello di Beniamino Gigli ne La Gioconda di Ponchielli, appena prima dellâentrata dellâItalia nella Grande Guerra. Quindi, nel â44 a debuttare a Rovigo fu Renata Tebaldi nel Mefistofele di Arrigo Boito. Ma dal Sociale sono passati anche Maria Callas nel â48, nel ruolo di Aida, e Luciano Pavarotti nel 1962, nei panni del Duca di Mantova nel Rigoletto.
Poi, le inaugurazioni storiche, con quella virtualmente doppia del primo Sociale rodigino. Il 3 marzo del 1819, per la sua solenne apertura, venne decisa la messa in scena de L’ombra di Fetonte quale âOmaggio della riconoscenza rodigina cantato per musica, da rappresentarsi nella faustissima circostanza in cui la Sacra Cesarea MaestĂ Francesco Primo, Imperatore dâAustria […] onora collâAugusta presenza Sua la CittĂ Regia di Rovigoâ. La Poesia, ovvero le parole del libretto, erano opera dellâAbate Antonio Sonda, âaccademico Concordeâ, mentre la musica del signor âSanto Campioniâ. A fare da sfondo alla vicenda di Fetonte era una scenografia che rappresentava Occhiobello.
L’ombra di Fetonte e Il barbiere di Siviglia
Lâombra di Fetonte era stata composta giĂ nel 1916, ma lâImperatore quellâanno non era riuscito a raggiungere Rovigo. Non ci riuscĂŹ nemmeno nella Gran Serata: una indisposizione lo bloccĂČ in Palazzo Angeli. In Teatro lo rappresentĂČ lâImperatrice, entusiasta della serata e dellâedificio. L’inaugurazione ufficiale avvenne il 26 aprile, ovvero il mese successivo, con Adelaide di Borgogna, scritta appositamente per l’evento da Pietro Generali su libretto di Luigi Romanelli. LâImperatore riuscĂŹ ad ammirare il Sociale solo il 21 luglio. Come si legge dal suo Diario, ne apprezzĂČ in modo particolare lâarchitettura, annotando anche quanto le donne presenti fossero ben vestite.
Per lâinaugurazione del Teatro Cotogni di Castelmassa, datata 23 agosto 1884, venne scelta lâopera Il Barbiere di Siviglia di Rossini, con la partecipazione straordinaria del famoso baritono Antonio Cotogni. Esibizione cosĂŹ memorabile da far intitolare il teatro al cantante. Poi, un altro debutto storico: il Comunale di Adria accolse la prima tappa dello storico tour dei giovanissimi Genesis. Ma sono davvero tanti altri gli episodi memorabili che i teatri storici del Polesine possono raccontare e vantare.
Il valore architettonico
Anche dal punto di vista architettonico i teatri polesani, nelle loro differenti peculiaritĂ , sono di grande interesse. E le curatrici della mostra, Maria Ida Biggi e Alessia Vedova, hanno recuperato documentazioni e disegni originali di grandissimo interesse e qualitĂ . Altri materiali, preziosi per valore storico, sono stati proposti alla mostra dai responsabili dei singoli teatri, tutti direttamente coinvolti nel far rivivere al Roncale le loro vere e proprie epopee.
La mostra presenta i sette teatri storici del Polesine attraverso documenti originali (affiches, libretti dâopera spesso autografati dai maggiori compositori, foto dedicate dai grandi interpreti, diversi e importanti filmati, scenografie, costumi, ecc.), descrivendoli nella loro architettura attraverso le immagini di un grande fotografo, Giovanni HĂ€nninen, e di un abile videomaker, Alberto Amoretti. Attingendo peraltro alla realtĂ aumentata, cosĂŹ da consentire ai visitatori di entrarvi virtualmente, di vivere lâemozione degli eventi musicali che hanno ospitati, per poi uscire da Palazzo Roncale e andare a visitarli di persona. PerchĂ©, in fondo nessuna immagine e nessun documento riusciranno mai a trasmettere lâemozione che si prova nellâentrare in un teatro carico di storia, in un mondo dove musica e fiaba, magicamente, si fanno realtĂ .
Da sottolineare che, in contemporanea alla mostra allestita nellâintero Palazzo Roncale, nel dirimpettaio Palazzo Roverella il pubblico potrĂ ammirare la grandiosa esposizione âArte e Musicaâ ideata e curata da Paolo Bolpagni, anchâessa promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e lâAccademia dei Concordi.
Mostra a cura di Maria Ida Biggi e Alessia Vedova, da un progetto di Sergio Campagnolo. Campagna fotografica di Giovanni HĂ€nninen, videomaker Alberto Amoretti. Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Media partner: Il Gazzettino, Il Resto del Carlino, La Voce di Rovigo, Rovigo Oggi. Si ringrazia Studio Esseci, Padova.