In una società basata sull’apparenza, non è semplice comprendere il vero valore delle persone. Per riflettere, non c’è nulla meglio di un racconto, come quello dei “tre ostacoli”
Di: Mariapia De Carli
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Viviamo in una società basata sull’immagine e sulla comunicazione. Supportati dalla tecnologia, comunichiamo proprio attraverso la nostra immagine. Il noto sociologo Zygmunt Bauman parlava di una “società liquida” in cui mancano i punti di riferimento e prevale l’individualismo. Una società, in altri termini, dove la cosa che conta di più è apparire a tutti i costi.
Calati in un simile contesto, non è semplice comprendere il vero valore delle persone. Ma esiste una regola naturale, antica e profonda, che trova le sue radici nel detto popolare “l’abito non fa il monaco”. Per capire davvero chi abbiamo davanti, è necessario affidarsi al linguaggio dei fatti: osservare ciò che una persona fa e verificare quanto è coerente con ciò che esprime sia a parole che con gli atteggiamenti.
Spesso, nei corsi vengono proposti degli esempi, fatti realmente accaduti o storie molto evocative. Non c’è modo migliore per riflettere e aumentare la nostra consapevolezza che leggere o ascoltare storie, come quella dei “tre ostacoli”, un racconto zen apparentemente semplice, ma altrettanto forte nel suo messaggio.
Il racconto dei “tre ostacoli”
Un Maestro accolse nel suo gruppo tre candidati, che volevano diventare suoi discepoli. Li incontrò uno a uno e si comportò volutamente in modo poco consono al suo ruolo. Col primo fece discorsi bizzarri e disse anche alcune parolacce. Il secondo fu avvisato dai discepoli anziani ( istruiti così dal Maestro) che loro stessi lo avrebbero abbandonato a breve perché egli era un truffatore. Al terzo il Maestro proibì categoricamente di prendere la parola ogni volta che lo chiedeva. Tutti e tre i potenziali discepoli se ne andarono, scandalizzati e sdegnati. Quando il Maestro fu solo con i suoi allievi, disse: ” Il comportamento di coloro che se ne sono andati illustra tre validi concetti“, che sono:
- 1) non giudicare a prima vista;
- 2) non giudicare cose di grande importanza da ciò che dicono gli altri;
- 3) non fare della tua percezione di stima e apprezzamento altrui il metro per il tuo giudizio su di loro.
Ora, i tre concetti che trasmette questo racconto sono molto importanti nella vita. Quando giudichiamo una persona oppure una situazione, un oggetto così come le parole, lo facciamo in virtù della nostra prospettiva, spesso partendo dalla nostra opinione. I punti di vista non sono verità assolute e spesso cambiano. Quando valutiamo qualcosa, lo stiamo facendo dal nostro punto di osservazione, che è spesso il risultato dell’educazione, della cultura, delle influenze altrui e di molti altri fattori che talvolta sono invisibili.
Insomma, il linguaggio dei fatti non mente mai e le persone di valore lo adottano da sempre.