La voce trema, il respiro si affanna, le mani sudano: ecco la glossofobia, ovvero la paura di parlare in pubblico
Di: Mariapia De Carli
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Sarà capitato a molti, durante un discorso agli sposi o prendendo la parola in riunione, di alzarsi e sentire il cuore in gola. La voce trema, il respiro si fa sempre più affannato e le mani sudano. In altre parole, il corpo va in tilt. Questa è la glossofobia, ovvero la paura di parlare in pubblico, che colpisce una persona su quattro.
Per alcune persone superarla è un imperativo. Del resto, parlare in pubblico è fondamentale nel mondo del lavoro. Chi soffre di glossofobia rinuncia a parlare davanti a tutti e, se può, delega l’onere ad altri. Un aspetto che peggiora la situazione, perché evitando il problema si manda al cervello il messaggio che il pericolo è reale. Se poi ci si trova costretti a farlo, il disturbo può spesso degenerare e diventare ancora più invalidante, manifestandosi con insonnia anticipatoria nei giorni che precedono il fatidico momento.
Glossofobia: attenzione ai luoghi comuni…
La buona notizia è che possiamo imparare a gestire la paura di parlare in pubblico. La cattiva, invece, è che dobbiamo fare attenzione ai falsi luoghi comuni. A tal proposito, tutti ricorderanno quello che ci consiglia di immaginare un pubblico nudo o con il naso da clown: una misura che non solo non aiuta, ma che addirittura distrae. Altra indicazione sbagliata è quella di esercitarsi davanti al proprio cane e vedere per quanto tempo si riesce a catturare la sua attenzione. Non si può paragonare la risposta di un animale a quella che potrebbe avere una platea di persone. Meglio dire di no anche alle tecniche motivazionali: non è sufficiente continuare a ripetersi “Ce la farò” per superare la prova del palco. Perché poi l’ansia arriva e non si sa gestire. Ed è proprio questo l’aspetto su cui lavorare: lo stress da prestazione.
Combatti o fuggi
Come diceva Mark Twain, al mondo esistono due tipi di persone: quelle che provano ansia e quelle che mentono. Non bisogna pensare di essere gli unici a provare paura, ma imparare a controllarla. Trasformare lo stress in eccitazione ci aiuta a rimanere focalizzati sul discorso e su quello che dobbiamo fare. Ci permette, insomma, di dare il meglio di noi. Per dar prova di quanto sia importante sentire quel “brivido” eccovi un esempio.
Pensate al calcio: capita, a volte, che un giocatore venga espulso, ma che la sua squadra vinca ugualmente la partita. Quelli con un giocatore in più, che pensano di essere più forti, non sentendo la paura di perdere, giocano al di sotto delle loro possibilità. Invece, chi è svantaggiato dà il meglio, arrivando talvolta a ribaltare la situazione. E’ il concetto che in inglese chiamano Fight or flight, ossia combatti o fuggi: in caso di pericolo, il corpo risponde producendo ormoni che preparano all’azione, come l’adrenalina e il cortisolo. Essi assettano i muscoli, favorendone la contrazione, e aumentano la frequenza cardiaca per far scorrere il sangue più rapidamente.
Sostenere un discorso pubblico: qualche consiglio
Delle scorciatoie per sostenere un discorso pubblico, però, esistono. Prima di tutto bisogna provare il discorso più volte. Se l’intervento lo richiede, cammina o gesticola come se avessi il pubblico di fronte. Evita di farlo davanti a uno specchio, perché può distrarti. Meglio poi non imparare tutto a memoria perché il più delle volte si finisce per sbagliare, oltre a perdere in naturalezza. Il discorso non va letto, perché focalizzeresti lo sguardo sul foglio anziché sul pubblico. Se usi le slide, scrivi poco testo; se parlerai a braccio, schematizza il tuo intervento in poche parole e appunti. Qualche giorno prima dell’evento, inoltre, prendi familiarità con il luogo in cui avverrà il discorso. Andare a visitarlo è una buona idea per rendersi conto degli spazi e di come potersi muovere sull’eventuale palco.
E una volta arrivato il momento di parlare? Guarda la platea negli occhi, mai fissare il vuoto. Se l’aula è grande, rivolgi lo sguardo a blocchi di persone. Quindi, alza leggermente il volume della voce; in questo modo trasmetterai al cervello una maggiore sicurezza e nasconderai eventuali tremolii. Infine, prendi coraggio: dai sondaggi pare che il pubblico percepisca solo il 20% della reale emozione di chi parla. Il che ti fa capire che hai ottime possibilità di buona riuscita.