Nel Lampi News odierno parliamo di “emmerdeur”, incarnato in un video che testimonierebbe la presunta falsità dei virologi e delle istituzioni in merito al Covid-19

Di: Andrea Panziera

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Pongo ai lettori una domanda, banale nella sua semplicità, ma drammatica nel suo contenuto: duecento morti al giorno, annientati da un virus che colpisce in modo indifferenziato tutte le persone che hanno la sventura di incontrarlo, ma che si accanisce feralmente sui più deboli, anziani, immunodepressi, individui affetti da gravi patologie, possono essere considerati una emergenza sanitaria nazionale oppure no?

A questo primo quesito ne segue un secondo: voi spendereste più di due ore del vostro tempo per confutare la gravità di una situazione che appare tale non solo in Italia, ma in tutto il mondo? E, se sì, a che pro?

Ebbene, una signora, accompagnata da una sua amica “regista da smartphone”, si è cimentata in questa ardimentosa impresa. L’obiettivo era dimostrare, a suo dire “documentandolo in modo inoppugnabile”, che ci stanno raccontando panzane terrorifiche. Questo al solo scopo di limitare e condizionare le nostre scelte quotidiane e le nostre libertà individuali.

Armata appunto di questo moderno strumento di divulgazione visiva di verità, la signora si è aggirata con piglio da detective fra i padiglioni dell’Ospedale Sacco di Milano. Intendeva smascherare le falsità che i vari Galli, Grisanti, Burioni, Viola e tutta la compagnia cantante dei virologi e rianimatori da talk show ci starebbero propinando da settimane.

Il botta e risposta di Lampi News

Dopo aver inquadrato un salone quasi deserto, dove sedevano 5-6 persone, e qualche viale interno alla struttura, dove sostavano alcuni individui intenti a consumare uno spuntino, la nostra è apparsa nell’ inquadratura finale del cortissimo metraggio (poco più di 2 minuti), affermando trionfante:

“Avete visto? Nel Pronto Soccorso non c’era quasi nessuno e in tutto il tempo che ho trascorso qui non ho sentito neanche una sirena di ambulanza. Quindi, il racconto del quasi collasso degli ospedali è falso e di questo ho ricevuto conferma anche da qualche infermiere [che invero non si vede né si sente]”.

Punto e a capo. Come da prassi in questi casi, il sublime contributo allo smascheramento dei felloni prevaricatori è stato immediatamente postato sui social per il rito della condivisione collettiva. Peccato che qualcuno, in primis il benemerito sito Bufale.net, abbia voluto vederci chiaro. Alla fine, è infatti emerso quanto segue:

  1. La signora e la sua operatrice video-telefonica hanno ripreso il salone in cui vengono ospitati i parenti dei ricoverati, che per le disposizioni anti-COVID non possono accedere all’Ospedale. In quel momento, al Pronto Soccorso, sito in tutt’altra parte della struttura, erano in attesa di ricovero 70 pazienti.
  2. Sempre per le regole attualmente in vigore , i contagiati non vengono portati con le ambulanze all’ingresso principale del Pronto Soccorso; proprio per limitari i contatti e i rischi connessi, la zona d’accesso loro dedicata è un’altra.
  3. In quello stesso giorno, il medico responsabile della Direzione del Presidio, a motivo del numero straordinario dei malati positivi che da ore sostavano lì per avere un posto-letto, aveva inviato una mail al 118 chiedendo di non mandare altre ambulanze perché la ricettività era impossibile.

Tutto ciò è documentato in modo incontrovertibile.

La bellissima e difficile Democrazia

Che dire? Viviamo, per nostra fortuna, in uno Stato democratico. Uno Stato dove le scorribande velleitarie e provocatorie delle allegre comari del Sacco, che in qualche altro Paese subirebbero ben altre sorti, al massimo potrebbero indurre qualcuno a sentirsi denigrato e ad agire di conseguenza. Tuttavia, mi chiedo se valga la pena inseguire qualche bipede starnazzante nell’aia massmediatica. Francamente, non ne vedo l’opportunità. Magari sarebbe molto più efficace obbligare le suddette ad un tour, con obbligo di filmato, presso qualche girone della sofferenza. E, se proprio volessimo essere severi, a qualche giorno di volontariato come coadiuvanti alle OSS nella pulizia e nello smaltimento delle deiezioni dei malati, a loro detta quasi inesistenti.