Coldiretti comunica che il comparto lattiero-caseario italiano ha registrato segnali positivi da gennaio a ottobre 2024

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Il comparto lattiero-caseario italiano ha registrato segnali positivi da gennaio a ottobre 2024, con un aumento dell’1,5% nella consegna di latte bovino ai caseifici rispetto allo stesso periodo del 2023. Il Veneto è praticamente in linea con la media nazionale segnando un +1,63% secondo le elaborazioni della Fondazione Centro Studi ColdirettiDivulga.

Nel terzo trimestre del 2024, il prezzo del latte alla stalla in Italia ha raggiunto 51,65 €/100 kg, un livello superiore alla media Ue e agli anni precedenti. Contestualmente, il calo dei costi di produzione (-5,5% rispetto a ottobre 2023) e il miglioramento del clima di fiducia degli operatori evidenziano un contesto più favorevole per il settore, che guarda con ottimismo al futuro.

In Veneto, l’export di prodotti lattiero-caseari si distingue con un incremento del + 13% in valore rispetto al 2023, confermando il ruolo chiave della regione come leader nella qualità e competitività del settore. I formaggi veneti continuano a conquistare i mercati internazionali, contribuendo al riconoscimento del Made in Veneto nel mondo.

Il 75% del latte munto nelle stalle del territorio regionale – pari a 1,2 milioni di tonnellate – viene trasformato in formaggi: un patrimonio di eccellenza che concorre a sostenere la Dop economy italiana dove il Veneto primeggia un valore di quasi 5 miliardi di euro dato proprio dalle filiere del cibo. Dopo il comparto del vino, le denominazioni che partecipano maggiormente al valore economico in regione sono il Grana Padano DOP e l’Asiago DOP, seguite dal Montasio DOP, dal Provolone Valpadana DOP e dal Piave DOP.

“A fronte di questi prodotti, vanto del Made in Italy, realizzati secondo tradizione ed elevati standard qualitativi – spiega Carlo Salvan presidente di Coldiretti Veneto – le imprese agricole devono fare i conti con una certa cultura, quella dei grandi interessi, che favorisce l’industria del cibo sintetico con investimenti destinati alla creazione di bioreattori dove non si mungono vacche ma il latte si costruisce in laboratorio. A questo si aggiunge il consumo sempre più diffuso di prodotti ultraprocessati che contengono un numero elevato di ingredienti artificiali e che subiscono varie trasformazioni, senza garanzie di sicurezza per il consumatore”.

Gli fa eco Roberto Serpelloni, membro di Giunta Coldiretti Verona e allevatore di vacche da latte, oltre che commissario Borsa merci settore lattiero-caseario: “Da quarant’anni nelle nostre stalle sono banditi gli ormoni e ci impegniamo a produrre eccellenze riconosciute in tutto il mondo. È quantomeno paradossale ora paragonare al nostro latte sostanze generate da cellule alimentate in laboratorio proprio con gli ormoni”.

“L’impegno delle istituzioni deve andare nella direzione della tutela dell’agroalimentare di qualità – conclude Salvan – sostenendo l’agricoltura europea sia attraverso principi fondamentali ed inderogabili come la reciprocità e la tracciabilità. In questo senso Coldiretti rinnova il suo impegno a supporto degli allevatori e dei consumatori continuando a chiedere l’applicazione del principio di precauzione a tutela dei redditi agricoli, della Dieta Mediterranea, della natura e della salute dei cittadini”.

“La ripresa del mercato dei prodotti lattiero- caseari – chiosa Serpelloni – ci conforta, ma temiamo che le difficoltà che il settore riscontra possano mettere a repentaglio il ricambio generazionale. Se invece si persevera nella valorizzazione delle produzioni delle nostre stalle garantendo il giusto reddito agli allevatori, il comparto sarà attrattivo anche per i giovani che vorranno rimanere in azienda.”