In Toscana, l’arte contemporanea trasforma il territorio in un museo diffuso e promuove cittadinanza consapevole grazie al progetto Arte Continua
Di: Maria Mele
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Ci sono luoghi in Italia, in una delle sue regioni più belle e ricche di cultura, la Toscana, dove è possibile fruire dell’arte gratuitamente, senza lunghe attese e code estenuanti per gli accessi e senza frotte di turisti sciamanti.

Non stiamo descrivendo un sogno ad occhi aperti, ma una meravigliosa realtà che esiste grazie alla determinazione visionaria dell’ associazione Arte Continua e del suo presidente, Mario Cristiani, che dell’arte ha fatto la sua ragione di vita e il suo business.
Stiamo parlando del distretto artistico agro ambientale, che comprende i comuni di San Gimignano, Poggibonsi, Colle val d’Elsa, Casole d’Elsa, Siena, Buonconvento, Volterra e Montalcino e del distretto Artistico Tecnologico Ambientale tra Poggibonsi, Vinci, Firenze e Prato.

Se cercate le descrizioni di questi distretti nei manuali di geografia non li troverete, perché queste definizioni derivano dal progetto Arte all’Arte che, dal 1996 al 2005, ha lavorato alla valorizzazione del territorio cercando un nuovo equilibrio tra città e campagna e tra campagna industrializzata e tecnicamente avanzata e patrimonio artistico.
Il concetto alla base è quello di un’arte pubblica, una visione politica, nel senso letterale e antico del termine di vita della polis, il principale obiettivo quello di realizzare iniziative culturali destinate a tessere relazioni virtuose tra la comunità internazionale dell’arte e il territorio. Arte all’Arte vuole essere la forza attivatrice del distretto artistico, facendo crescere il senso di cittadinanza consapevole e di partecipazione alla vita comunitaria.

Realtà piccole e apparentemente fuori dai percorsi usuali dell’arte, sono divenute sedi di installazioni site specifici di artisti di calibro internazionale o addirittura musei a cielo aperto come nel caso dell’UMoCA di Colle Val d’Elsa.
Artisti come Marina Abramovich, Jannis Kounellis, Anish Kapoor, Antony Gormley, Kiki Smith, Cai Guo Qiang, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto per citarne solo alcuni, sono rimasti affascinati dalla visione del progetto e dalle sue finalità sociali e hanno deciso di partecipare alla sua realizzazione donando, in molti casi, numerose opere rese accessibili gratuitamente durante tutto l’anno.

“Questa proposta anarchica, e un po’ carbonara, di installazioni d’arte dove la gente passa, dove vive le sue giornate, mi ha affascinato e incuriosito e la curiosità in campo artistico è fondamentale”, ci racconta Mimmo Paladino, a Poggibonsi durante le celebrazioni per il conferimento della cittadinanza onoraria.
L’artista di Paduli, tra i maggiori esponenti della Transavanguardia, ha partecipato al progetto Arte all’Arte nel 1998, realizzando l’opera I Dormienti all’interno della Fonte delle Fate a Poggibonsi, un’installazione evocativa e sonora grazie alle musiche di Brian Eno, ha sviluppato Una piazza per Leonardo a Vinci, e ha contribuito al progetto Arte per la riforestazione, donando un’opera che ha reso possibile la creazione del Parco delle Neofite a Prato. Nel 2023 è stato inoltre protagonista di una mostra personale presso l’UMoCA di Colle di Val d’Elsa, curata dall’artista e curatore cinese Cai Guo-Qiang.

Ma non è sufficiente rendere l’arte accessibile per raggiungere l’obiettivo di una maggiore consapevolezza artistica e sociale, è necessario mettere in dialogo l’arte con il territorio e costruire un legame tra le comunità e le opere d’arte.
Come farlo? Il primo passo è attraverso la conoscenza e la comprensione.
Ecco che l’associazione ha ideato un programma di didattica dell’arte per adulti e bambini, perché solo conoscendo il valore del patrimonio messo a nostra disposizione saremo in grado di riconoscerlo e di salvaguardarlo, sviluppando così una cittadinanza consapevole e rispettosa.

Nella mission dell’associazione vi è infatti una forte funzione pedagogica, con la speranza che l’accesso diretto alle opere di artisti nello spazio della città possa generare un’attenzione più consapevole al luogo in cui si vive. L’opera d’arte come fulcro di una rinnovata coscienza sociale basata sui grandi valori universali.
Ancora una volta la bellezza salverà il mondo? Vogliamo crederlo.