Al fine di supportare chi trova difficoltà con la sanità pubblica, i volontari di “Sportello diritto alle cure” sono attivi in 51 comuni del Veneto
Di: Emma Poli
LEGGI ANCHE: Festa a tema “Verona”: come rappresentarne la cultura
Lo “Sportello diritto alle cure” è un servizio sociale di assistenza promosso da CoVeSap (Coordinamento Veneto Sanità Pubblica). Un’organizzazione che unisce comitati della regione Veneto, impegnati nella difesa del servizio sanitario nazionale. Attraverso questo strumento gratuito, si fornisce disponibilità a coloro che riscontrano difficoltà nel ricevere tempestivamente le prestazioni sanitarie pubbliche, in particolare agli anziani.
I problemi legati alle cure
Per quanto riguarda i servizi sanitari pubblici, le complessità che emergono e creano disagi alle persone di età avanzata sono molteplici. Innanzitutto, chi soffre di disturbi cognitivi o motori fa fatica a prenotare visite. Inoltre, la digitalizzazione degli ultimi anni ha semplificato i processi agli utilizzatori della tecnologia, ma li ha complicati a chi è poco avvezzo ai dispositivi elettronici. Anche il non possesso di strumenti digitali adeguati costituisce una barriera rilevante. Dopo aver superato gli ostacoli iniziali se ne genera un altro: le lunghe attese per la prenotazione di visite o per le prestazioni delle stesse, spesso dovute a un numero ridotto di personale specializzato o agli investimenti limitati nella sanità pubblica. Anche il problema della comunicazione non è da sottovalutare, talvolta non si riescono a comprendere i termini e i moduli degli articolati procedimenti medici.
Le soluzioni individuate
Ad affrontare queste cause di insoddisfazione si sono proposte alcune iniziative sociali, tra cui lo “Sportello diritto alle cure”. Lo scopo che anima questo servizio è garantire il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione Italiana, secondo cui la salute è tutelata come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. Infatti, non si può accettare che i cittadini debbano rivolgersi necessariamente ai privati per ottenere assistenza. La formazione di queste iniziative serve anche a stimolare le aziende ULSS a trovare soluzioni, consapevoli del problema delle liste d’attesa. I volontari desiderano soccorrere coloro che ne hanno bisogno, prenotando visite ed esami nei tempi previsti dalle impegnative del medico di base. Dato che gli anziani possono sviluppare maggiori preoccupazioni ed ansie legate alla propria salute, diventa essenziale essere empatici. Si devono individuare tutte le necessità del paziente per relazionarsi nella maniera più opportuna.
“Nel periodo compreso tra maggio 2024 e aprile 2025, i ricorsi documentati sono stati 2146, ma circa un altro migliaio è stato preso in carico dagli Sportelli. Tra le principali criticità riscontrate: la permanenza dei tempi di attesa, in particolare sulle prime visite con priorità D e P e, ancora di più, sui controlli; le difficoltà nella prenotazione; i percorsi incerti per le prestazioni di accesso successivo/controllo; la mancanza di dati complessivi e veritieri sulle prestazioni in lista di attesa, rispetto a cui serve maggiore trasparenza”
Dove e come funzionano gli sportelli
Sulla Pianura Veronese si trovano diversi sportelli pronti ad accogliere gli utenti, posizionati a: Cerea, presso la Biblioteca Comunale; Bovolone, nella Baita degli Alpini; Sanguinetto, presso l’ex convento; San Pietro di Legnago, nel Circolo Noi; Porto di Legnago, alla Caritas; Minerbe, nella palazzina sociale. In tutto gli sportelli attivati in Veneto sono 51, mentre i volontari sono 208. L’occorrente con cui presentarsi è costituito da carta d’identità, impegnativa medica, data di quando si ha contattato il CUP (Centro Unico di Prenotazione) e la sua risposta, con il numero dell’operatore.
