Dal picco al tracollo in pochi giorni: il mercato azionario Usa affronta una delle correzioni più rapide e marcate degli ultimi anni

Di: Fabio Michettoni

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Dalla fine di febbraio il mercato azionario statunitense sta attraversando un periodo difficile. Come mostra il grafico in copertina, lo S&P è passato da ipercomprato a ipervenduto estremo in soli otto giorni di contrattazioni.

Mentre i principali indici non sono molto lontani dai loro massimi storici, l’azione media si trova in una fase di forte ribasso. Nel
Russell 3.000, che comprende titoli a grande capitalizzazione, a media e a piccola capitalizzazione, a ieri il titolo medio era del

30,8% al di sotto dei massimi delle 52 settimane. I titoli del settore sanitario, dell’energia, della tecnologia e dei beni di consumo sono scesi in media del 33% o più dai loro massimi.

Così come le cose non possono rimanere in ipercomprato per sempre, non possono nemmeno rimanere in ipervenduto per sempre.
Questo tipo di movimenti rapidi sono stati molto rari nel tempo. Come mostrato nel grafico sotto, l’S&P 500 è attualmente più
ipervenduto di quanto non lo fosse in qualsiasi momento dell’anno scorso.
Guardando più in generale, l’ultima volta che l’S&P 500 è stato così ipervenduto (almeno 2,5 deviazioni standard al di sotto
della sua 50-DMA) è stato a fine settembre 2023. Non è solo l’S&P 500 ad essere entrato in territorio ipervenduto.
L’istantanea qui sotto del nostro Trend Analyzer mostra che alla chiusura di ieri, tutti i principali ETF indicizzati statunitensi, ad
eccezione del Dow ( DJIA ), erano a livelli di ipervenduto “estremi” (2+ deviazioni standard al di sotto della loro 50-DMA). L’S&P
500 ha rinunciato a tutti i suoi guadagni dalle elezioni, quindi per certi versi gli ultimi quattro mesi sono stati una completa
perdita di tempo. Tuttavia, mentre ora stiamo osservando livelli di ipervenduto estremi, il giorno dopo le elezioni, tutti gli indici
statunitensi erano ipercomprati e la maggior parte era a livelli di ipercomprato estremi.
Che diƯerenza possono fare quattro mesi! Non solo c’è un forte contrasto tra la posizione attuale degli indici USA rispetto a

quattro mesi fa, ma il contrasto tra gli USA e il resto del mondo è anche netto, dato che quasi tutti gli ETF internazionali regionali hanno chiuso ieri a livelli di ipercomprato.