Tra shock e ripresa: i mercati USA restano vicini ai massimi nonostante la minaccia DeepSeek e la “guerra dei dazi”

Di: Fabio Michettoni

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Gli indici azionari USA hanno subito due shock importanti nelle ultime due settimane: la minaccia DeepSeek e la “guerra dei dazi” innescata dal presidente Donald Trump. Tuttavia le quotazioni hanno ripreso a crescere, continuando a essere scambiate vicino ai massimi storici.

Naturalmente, nessuno dei problemi che hanno messo in crisi è scomparso, ma la rapida ripresa dai minimi segnati per un serio spavento, dimostra che i trader sono accomunati da un sostanziale ottimismo e si spera che possa supportare il trend rialzista, per il terzo anno consecutivo.

La scorsa settimana, la notizia che la startup cinese DeepSeek è riuscita a sviluppare modelli di intelligenza artificiale, apparentemente a una frazione del prezzo delle controparti statunitensi, ha scosso il settore tecnologico, che però si è ripreso rapidamente.

Questa settimana, l’annuncio del presidente Donald Trump di voler ritardare l’applicazione dei dazi firmati due giorni prima, ha riallineato gli indici sui binari rialzisti.

Ci sono un sacco di altre cose negative a cui prestare attenzione, se si vuole guardare più da vicino. Le azioni, in particolare quelle delle Big Tech, vengono scambiate su multipli storicamente elevati. La Federal Reserve, spaventata dall’inflazione appiccicosa, potrebbe non essere in grado di abbassare i tassi di interesse molto di più di quanto vorrebbe, e Trump continua a sopraffare chiunque cerchi di tenere il passo ,con un turbine di nuove iniziative, l’ultima delle quali è la sua proposta di prendere il controllo di Gaza.

Ma vale anche la pena di fare un elenco delle cose positive. I dazi sembrano ancora, tutto sommato, più una tattica negoziale che una seria minaccia: persino la tensione con la Cina potrebbe placarsi, in scia ad una agenda fitta di incontri bilaterali e i dirigenti delle più grandi aziende tecnologiche hanno tutti scrollato di dosso la minaccia di DeepSeek.

Il mercato obbligazionario, è rimasto calmo nelle ultime due settimane. I rendimenti si stanno allontanando ulteriormente dai picchi visti il mese scorso e potrebbe essere visto sia come un segno di compostezza che come un indicatore positivo per le azioni.