La Lazio dell’ex tecnico gialloblù Baroni vince all’Olimpico contro un Verona in emergenza che paga gli errori in fase difensiva
Di: Nicola Sordo
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Cattivi presagi già alla vigilia, quando nella lista dei convocati diramata da mister Zanetti mancavano i nomi di Frese, Suslov e Duda, non al meglio dopo gli impegni con le rispettive nazionali. Dalla FIFA poi, un giorno, spiegheranno l’utilità di partite con appeal sotto zero che costringono le società a spedire i propri tesserati in giro per il mondo a disputare competizioni addirittura sconosciute ai più. Ma questa è un’altra storia, il Verona si presenta in assetto rimaneggiato allo stadio Olimpico dove ad attendere i gialloblù ci sono alcune vecchie conoscenze. Tra tutti Marco Baroni, artefice della salvezza miracolosa della scorsa stagione e che ha ben cominciato anche l’avventura alla Lazio. Zanetti mischia le carte, più per necessità che per intenzione. La difesa torna a tre, con l’esordio del neo acquisto Daniliuc a completare con Coppola e Dawidowicz la linea davanti a Montipò. Dani Silva viene chiamato a fare le veci di Duda, mentre davanti Harroui e Kastanos agiscono a supporto di Tengstedt.
L’inizio è da fuochi d’artificio: Zaccagni imbuca per Dia, che punta un non certo irreprensibile Dawidowicz e batte Montipò con un fendente sul primo palo. Neanche il tempo di mettere la palla al centro che il Verona pareggia. È ancora Tengstedt a finire sul tabellino dei marcatori, il danese sfrutta la verticalizzazione di Coppola prolungata da Kastanos per presentarsi davanti a Provedel e rimettere le cose a posto. Il pacchetto tecnico della Lazio è di un altro livello, Zaccagni (altro ex dai dolci ricordi) mette in seria difficoltà i meccanismi gialloblù, allo stesso modo dei continui interscambi tra Dia e Castellanos. Proprio il centravanti argentino, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, fa perdere le proprie tracce a Coppola e approfitta della mancata uscita di Montipò per far esultare nuovamente l’Olimpico. Il Verona ci mette tanta volontà ma tranne un calcio d’angolo di Lazovic che chiama Provedel all’intervento davanti succede poco. Montipò invece è superlativo sul destro da lontano di Rovella e ancor di più nella ripresa, quando dopo aver respinto la botta di Dia si esalta anche sul tap in di Tavares. Zanetti scocca tutte le sue frecce offensive, il risultato tuttavia non si smuove. La Lazio mette la partita in ghiaccio e il Verona ritorna a casa con il bottino vuoto.
Gli spunti di Lazio-Verona
In altre condizioni il risultato avrebbe potuto essere diverso. Il tasso tecnico della Lazio è comunque maggiore anche di un Verona al completo, le assenze dei gialloblù si sono però fatte sentire. Al centro è mancata in particolare la regia di Duda, elemento quasi imprescindibile del centrocampo di Zanetti. Dani Silva, chiamato a sostituirlo, in realtà non interpreta male la gara, ma ci mette un po’ a trovare il bandolo della matassa. Ancora una volta tra i più positivi Belahyane, coraggioso nelle giocate e con una personalità da veterano su un campo ostico come quello dell’Olimpico. Al suo ritorno, Serdar dovrà vedersela con lui per riprendersi il posto a centrocampo. Arriviamo alla nota dolente, la difesa, sorpresa nel primo gol dove Dawidowicz viene mandato fuori giri da Dia e appare in costante affanno sugli affondi biancocelesti. Peggio di lui il compagno di reparto, Coppola, che si perde l’uomo più pericoloso, Castellanos, su quel corner che vale il match point biancoceleste. Zanetti sembra aver individuato in loro due, che tanto bene avevano fatto a Genova, i perni della retroguardia, accantonando forse in maniera definitiva Magnani. La scelta di Daniliuc come terzo centrale nella difesa d’emergenza è un segnale anche in questo senso.
Sempre generoso Lazovic, sostituito nella ripresa quando si accende la spia della riserva, sufficiente la prestazione di Harroui e Kastanos. Tengstedt si conferma giocatore di spessore e duttilità, considerato che Zanetti lo arretra sulla trequarti quando inserisce Mosquera (volenteroso ma inefficace). Chiudiamo con Tchatchoua, uno dei più temuti alla vigilia dalle parti di Formello. L’esterno gialloblù deve vedersela con Zaccagni e Tavares, ieri tra i migliori, e pur faticando tiene testa alle sovrapposizioni continue del terzino portoghese. Nella ripresa è sua l’occasione del pareggio, ma Lazzari si sacrifica, nel vero senso della parola, immolandosi sulla bordata a botta sicura del numero 38 gialloblù.
Il Verona adesso si prepara alla sfida contro il Torino, pur non avendo grande tempo a disposizione (misteri del calendario giocare di venerdì dopo aver chiuso in trasferta il lunedì). La squadra di Vanoli, dopo un avvio molto positivo, ha tremendamente sofferto il Lecce in casa propria. Molto della salvezza passerà dalle sfide casalinghe, quello di venerdì è un appuntamento da non fallire.