“Come pesci sugli scogli” è il nuovo libro di Simona Moraci, una storia d’amore appassionante sullo sfondo della Sicilia degli anni 90

Di: Samuela Piccoli

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È uscito da poco in libreria il nuovo libro di Simona Moraci dal titolo “Come pesci sugli scogli” edito da Morellini Editore. Simona Moraci è una scrittrice, giornalista e insegnante messinese legata alle suggestioni letterarie di area anglofona (Stoker, Wilde) alla letteratura gotico-decadente, a Jane Austen ma anche a tutta la letteratura italiana (Sciascia e Pirandello) e alla poesia. Insegna da anni in scuole situate in quartieri difficili, spesso chiamate scuole di frontiera, dove il docente non deve solo impartire lezioni, ma essere anche esempio di vita e mezzo salvifico per gli studenti.

E di questo la scrittrice è ben conscia, infatti, questo aspetto appare spesso anche nel suo ultimo romanzo “Come pesci sugli scogli”. La scuola come luogo di incontro e di scontro tra ragazzi appartenenti a mondi diversi, ma in fondo con la stessa voglia di sognare e con lo stesso desiderio di aprire le ali e di imparare a volare. In questo gli insegnanti giocano un ruolo essenziale soprattutto per quegli studenti che hanno avuto sempre e solo porte in faccia dalla famiglia e dalla vita in generale.

Trama

Messina, 1998. Tutto ha inizio in un liceo scientifico frequentato da molti  studenti benestanti, ma anche da ragazzi di più umili origini, figli di pescatori. Save, al quinto anno, è uno di questi e viene chiamato in maniera dispregiativa “Il pesciaro”, vessato e preso in giro da un gruppo di compagni più ricchi tra cui spicca Luca, un giovane viziato, privo di empatia e umanità. La vita di Save è difficile dentro e fuori la scuola, poiché vive con un padre violento e una madre sottomessa e succube delle angherie del marito. Unico amico e conforto di Save è Claudio, un ragazzo facoltoso, ma in sovrappeso che subisce le stesse cattiverie del compagno di classe.

Finché Save non incontra Chiara, al terzo anno, una ragazza bella e solare che sogna di diventare una scrittrice e, a differenza del protagonista, maschile è supportata da una famiglia solida che la ama. Chiara e Save dopo uno scontro casuale e un incontro fortuito nel laboratorio di chimica iniziano a frequentarsi. Tra i due sboccia un amore tormentato, ma profondo, segnato dalle prime esperienze e dalle forti emozioni adolescenziali.

Chiara, prima di conoscere Save, si ritrova invischiata in una situazione più grande di lei insieme all’amica Tilde che vuole avvicinarsi a Luca e ai suoi amici perché affascinata dal loro aspetto e dal loro stile di vita. Ma in un pomeriggio tutto degenera, Tilde sparisce e si mettono in moto una serie di eventi che cambieranno il destino di tutti i ragazzi coinvolti, legati da un unico filo che si sviluppa attraverso i “nodi” del tempo, teoria sviluppata da Schroedinger che diventa il filo conduttore di tutto il romanzo.

Il romanzo: profumi di Sicilia

Per chi ha vissuto l’esperienza del liceo proprio negli anni ’90, leggere questo romanzo è  come fare un salto indietro nel tempo o ritrovarsi in un nodo temporale diverso da quello attuale. Simona Moraci fa immergere il lettore nelle atmosfere siciliane di quel periodo, quando ancora il ricordo delle stragi di Capaci e via D’Amelio erano vivide e la lunga mano della criminalità organizzata poteva terrorizzare interi quartieri. Non si possono non divorare letteralmente le pagine immaginando il profumo del mare, il sapore del cibo e i colori di una regione in cui albergano molte contraddizioni.

Il linguaggio giovanile anni ‘90

 Il linguaggio usato dai ragazzi si rifà a quello tipico degli anni ’90 quando la  parola “sfigato” dipingeva esattamente la persona con cui non si avrebbe mai voluto avere a che fare. Termini come “bro”, “fra”, “amo” o “crush”(cotta adolescenziale) non erano utilizzati negli anni ‘90, ma, quelli usati in quel periodo, risultavano essere  altrettanto chiari per capire con chi si aveva a che fare . Mito, cuccare, sfigato per citarne alcuni.

Luca, Save e Chiara

 Le frasi, nel romanzo, scorrono veloci e si riesce facilmente a comprendere e rivivere lo stato d’animo dei personaggi. Ogni capitolo, infatti, viene narrato dalla voce dei protagonisti: che si dimostrano essere eroi, vittime o mostri feroci. Luca non ha alcuna remora a fare del male e lui, nel romanzo, rappresenta il “marcio” vero e proprio ripulito da un bel faccino e da abiti firmati. Save è un ragazzo tormentato e custode di terribili segreti che lo consumeranno fino a farlo diventare quasi simile ai suoi antagonisti.

Per tutto il dipanarsi della narrazione Chiara rimane il personaggio puro della storia, quella che , nonostante tutto, riuscirà a raggiungere i suoi sogni e ad amare fino a capire che, anche la sofferenza è una parte essenziale del suo amore per Save. L’unica vera eroina è lei, mentre, Save si lascia, per un lungo periodo, inghiottire dai suoi demoni. Riuscirà solo grazie a un suo professore e a un lascito fortunato a esaudire il suo desiderio di studiare scienze all’università cambiando, in qualche modo, le sue stelle. Luca, invece, rimarrà fedele al suo essere l’anti eroe, l’antagonista che non riuscirà a uscire da se stesso ma troverà nel male l’unica via d’uscita.

La Sicilia della malavita di quegli anni

Simona Moraci riesce a rendere altrettanto bene, nelle sue pagine la condizione terribile di alcune zone in mano a famiglie malavitose guidate da capi sanguinari, senza il “minimo timore di Dio”. La mente supera il susseguirsi delle frasi per calarsi nelle viuzze strette e lugubri di Giostra, dove Malacarne gestisce il mercato dello spaccio e della prostituzione, uccidendo, minacciando e picchiando chi si ribella alla sua autorità. Una sensazione di gelo e attesa pervade tutti i capitoli riguardanti la situazione di alcuni quartieri in quel periodo.

La teoria Schroedinger

Gli “ingredienti” dell’ esperimento. In una scatola ci sono: un gatto, una fiala di veleno, una fonte radioattiva e un meccanismo che aziona un martello. Cosa può succedere? Se la fonte radioattiva, decadendo, emette una radiazione si genera un effetto a catena per cui si attiva il martello che rompe la fiala di veleno, uccidendo il gatto. Tutto ciò può accadere, ma può anche non accadere .la probabilità che il gatto muoia è del 50% mentre il restante 50% di probabilità è che non gli accada assolutamente nulla.

Non ci sono altre possibilità: o il gatto è vivo o è morto e non lo sapremo finché non apriremo la scatola. Ma la teoria del Paradosso del Gatto di Schrödinger ci fa capire una cosa importante sulla fisica: ci sono cose che non sempre funzionano come sembrano a prima vista. A seconda delle decisioni che una persona prende le vicende nella vita prenderanno un piega piuttosto che un’altra come in uno “Sliding doors” continuo. Ogni snodo temporale ci conduce a quello successivo, ma sono le azioni che decidiamo di fare che aprono uno scenario piuttosto che un altro. Ognuno di noi è l’artefice del proprio destino,. Chissà se Chiara, in uno degli snodi temporali, avesse scelto Luca, sua prima cotta, invece di Save come si sarebbe dipanato il romanzo: “Come pesci sugli scogli”.