Un’opera di Claire Fontaine entra nelle collezioni della Casa Museo a Verona. L’invito a riflettere sulla bellezza e le sue ambiguità

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Dopo alcuni importanti lavori di artisti contemporanei come Arcangelo Sassolino, Maurizio Nannucci, Daan Roosegaarde, Chiara Dynys, Leandro Erich, Nunzio, Giuseppe Gallo e altri giovani artisti, entra nella collezione di Palazzo Maffei Casa Museo a Verona una nuova importante opera realizzata dal collettivo artistico internazionale CLAIRE FONTAINE che, in un inedito e avvincente dialogo con l’antico, invita alla riflessione sul ruolo dell’arte, sul concetto di bellezza e la sue ambiguità, sulla strumentalizzazione dell’estetica femminile, ieri come oggi.

La scelta dell’artista per questa ulteriore apertura al contemporaneo di Palazzo Maffei è di Gabriella Belli, cui si deve anche il progetto scientifico e il percorso espositivo della Casa Museo.

L’opera di Claire Fontaine – tra i più interessanti protagonisti della scena artistica mondiale, con un’anima volutamente femminile, un impegno femminista e il richiamo al ready-made e all’esperienza di Duchamp – viene proposta in un’installazione site specific in dialogo con la preziosa scultura ottocentesca de “La Bagnante” di Alessandro Puttinati (Verona, 1801- Milano, 1872), capolavoro del Romanticismo lombardo che accoglie i visitatori nell’atrio del monumentale edificio, sede del Museo in Piazza delle Erbe.

Un’installazione di grande effetto – svelata e presentata alla stampa l’8 marzo con la partecipazione dell’artista – che mette in discussione il concetto univoco di bellezza e il senso convenzionale che questo termine assume, e che implicitamente denuncia lo svilimento e la mercificazione del corpo femminile.

Nata da James Thornhill e Fulvia Carnevale nel 2004 a Parigi, Claire Fontaine da sempre impegnata nella denuncia sociale su diversi ambiti, propone un arte neo-concettuale utilizzando differenti medium: fotografia, video, testi, pittura, scultura e scritte illuminate con neon o – come in questo caso- con led.

Operando in parallelo sia sull’immagine che sul linguaggio, Claire Fontaine elabora una poetica che si sviluppa sul doppio binario dell’opera e del testo e che apre a molteplici significati, smontando i luoghi comuni, spingendo ad abbandonare i significati consueti delle parole e dei concetti, invitando a cambi di prospettiva.

“Il concetto di ‘bello’ – spiega l’artista – varia attraverso le epoche e i luoghi, e la collezione di Palazzo Maffei offre un esempio di questa variegata complessità.

La Bagnante posta all’ingresso del Museo, simbolo di bellezza femminile e in quanto opera d’arte, còlta mentre scopre le sue grazie, assume una profondità contemporanea nel momento in cui mettiamo implicitamente in discussione, con questo intervento, ciò che troviamo bello.”

“Il corpo delle donne – oggi campo di battaglia politica – raffigurato dalla Bagnante, che incurante degli sguardi altrui scopre la sua nudità, acquisisce un senso critico e viene messo in prospettiva, in quanto creazione del “male gaze”, dello sguardo maschile che oggettifica gli esseri che desidera”.