Il soprano Gilda Fiume, nel ruolo di Violetta Valèry, ha aperto la Traviata del 100° Opera Festival

Di: Benedetta Breggion e Roberto Tirapelle

Quello di quest’anno, è un 100° che vede raccordarsi insieme tanti altri 100° anniversari del mondo dell’Opera, e di nomi che hanno ruotato intorno a quella areniana. Nella Traviata di quest’anno si rende omaggio anche il 100° dalla nascita di Franco Zeffirelli, nonchè quello della superlativa Maria Callas, storica interprete di Violetta Valèry, di cui Gilda Fiume ne prende quest’anno il testimone.

Tre sono gli allestimenti più significativi che la Stagione Lirica propone per il centenario del regista fiorentino: oltre alla Traviata, apogeo finale della sua parabola teatrale, anche la Carmen, con cui invece debuttò in Arena e, infine, Madama Butterfly

La Traviata che, a 170 anni dalla sua prima è ancora l’opera più rappresentata al mondo, è ormai uno degli spettacoli per antonomasia della lirica. Nella storica e celebre lettura di Zeffirelli, pensata come summa di tutte le Traviate create lungo oltre sessant’anni dall’incontro con Maria Callas fino alla fine, la produzione che inaugurò il Festival 2019 fu anche l’ultima firma di Franco Zeffirelli, che vi lavorò a lungo con i suoi fidati collaboratori degli ultimi anni ma non poté vedere il successo e l’affetto che accolsero da subito il suo spettacolo. Una dei lavori più riconsociuti del maestro, dato che si è già consacrata come suo testamento artistico. È la Traviata dei sogni, le parole di Stefano Trespidi, e a contribuire a questo risultato è sicuramente il cast che dall’8 luglio al 9 settembre vedrà alternarsi i migliori interpreti al mondo in questi ruoli.

Violetta Valèry. Cr.ph: Fondazione Arena

Dopo una prima con un cast tutto italiano,si susseguono stelle anche nelle repliche, dalle celeberrime Lisette Oropesa, Nadine Sierra e Anna Netrebko (che darà l’addio al ruolo nell’eccezionale serata conclusiva del Festival diretta da Marco Armiliato). Fino ad arrivare ai tenori Vittorio Grigolo e Freddie De Tommaso, ai baritoni Simone Piazzola, Artur Rucińsky e Ludovic Tézier.

Nei ruoli di fianco salgono sull’immenso palcoscenico areniano i più apprezzati interpreti e i migliori giovani verso cui Fondazione Arena da sempre pone attenzione: Sofia Koberidze è l’amica Flora, Francesca Maionchi e Yao Bohui la fedele Annina, Carlo Bosi e Matteo Mezzaro si alternano come Visconte Gastone, Giorgi Manoshvili e Gabriele Sagona come Dottor Grenvil, Nicolò Ceriani è il Barone Douphol, Roberto Accurso il Marchese d’Obigny; completano il cast Francesco Cuccia come Giuseppe e Stefano Rinaldi Miliani come Domestico di Flora e Commissionario.

I debutti di Gilda Fiume in casa e all’estero

Per l’occasione abbiamo intervistato Gilda Fiume, che ha debuttato nei panni di Violetta Valèry l’8 luglio, artista che nel suo ruolo ha seguito un percorso a tutto tondo, sia durante la sua formazione che nella sua carriera. Già recentemente protagonista in questo ruolo nel monumento 7 Deaths of Maria Callas, progetto d’opera celebrativo, concepito dall’audace personalità di Marina Abramović.

Nata a Salerno, Gilda Fiume si diploma in canto nel 2009 al Conservatorio di Salerno con il massimo dei voti e lode. Le sue figure di riferimento attraverso le quali ha costruito e costruisce la sua personalità artistica sono Renata Scotto, sua Maestra nel biennio all’Accademia di Santa Cecilia, e Mariella Devia, con la quale studia dal 2014.

I personaggi con cui ha segnato la sua carriera sono Leonora ne Il Trovatore di Verdi al Teatro Donizetti di Bergamo, Lucia in Lucia di Lammermoor di Donizetti al San Carlo di Napoli, al Regio di Parma e al Lirico di Cagliari; Amina ne La Sonnambula di Bellini a Catania; la protagonista in Maria de Rudenz di Donizetti al Festival di Wexford; Donna Anna in Don Giovanni di Mozart a Sassari e a Bergamo dove è anche Eleonora in Torquato Tasso di Donizetti per il Donizetti Festival; la protagonista in Norma di Bellini diretta da Daniel Oren e Violetta ne La Traviata di Verdi a Salerno. Ha collaborato con artisti quali Gianni Amelio, Henning Brockhaus, Denis Krief, Daniel Oren, Pierpaolo Pacini e Stefano Ranzani.

Il debutto negli Stati Uniti come Violetta con la Boston Symphony Orchestra l’ha resa stella italiana amata oltreoceano. E poi il 7 Deaths of Maria Callas al Liceu di Barcellona;

In Arena è già stata applaudita in veste di Micaela nella Carmen di Bizet, ruolo con cui torna per il 100° Opera Festival 2023 e come Violetta ne La Traviata.

La Gilda verso Violetta

Signora Lei ha già debuttato in Arena. Che sensazione ha avuto? Quest’anno inoltre interpreta due ruoli. Sono due passaggi più impegnativi

È stata ovviamente un’emozione fortissima, per un cantate non può che regalare un’esperienza unica al mondo. L’Arena è un teatro a sè, unico nel suo genere. È tutto così grande ed immenso, sia in dimensioni che in storia, che non può che far sentire chi vi recita come qualcosa di piccolino. Di Violetta poi è la mia prima e sarò affiancata da altri grandissimi cantanti.

Cr.ph. Fondazione Arena

Leggendo la sua carriera ho notato che ha frequentato il teatro di Salerno e con il Maestro Daniel Oren. E’ un Teatro che ha sempre avuto una programmazione molto interessante. Come si è trovata? Sono di Salerno e sono cresciuta in quel Teatro come ascoltatrice. Era il mio teatro. Quando poi ho recitato in quel teatro, ovviamente mi sono sempre sentita a casa mia. Lì ho eseguito 5 titoli. Quindi mi sono sentita felicissima e anche lavorare con Oren è un’esperienza unica.

Continuando a leggere i suoi successi mi ha colpito la sua presenza in 7 Deaths of Maria Callas. Ce ne può parlare brevemente? Fantastica. È uno spettacolo particolare in cui si fonde il canto con la recitazione ed è tutto realizzato all’insegna della multimedialità. Sono stata molto presa e l’aver interagito con una intensa personalità artistica come quella della Abramovic mi ha toccata. Del film, ricordo avermi emozionato di più l’aver cantato Addio bel passato

Inoltre è particolarmente affascinante il suo debutto negli Stati Uniti con Violetta. Dove è stato e si è sentita a suo agio? Il pubblico americano è molto caloroso, e dimostra una particolare ammirazione per l’opera italiana. Io, da cantante italiana, l’unica italiana nella produzione, ed interpretando in un’opera italiana, mi sono sentita molto ben accolta e apprezzata. Spero di tornarci presto.

Credo che sotto la guida di due artiste leggendarie come Renata Scotto e Mariella Devia abbia avuto modo di conoscere tutto del belcanto. Si sente di dirci che conoscenze diverse le hanno portato entrambe? Con Devia studio da tantissimo tempo ormai. Lei è il mio baluardo sulla tecnica della vocalità, poiché è con lei che ho approfondito di più questa dimensione. Grazie alla Scotto, invece, ho intrapreso il percorso più introspettivo della costruzione del personaggio. Con lei mi sono dedicata quindi all’aspetto interpretativo. Poi, in quell’accademia c’erano altri insegnanti che davano molta attenzione a questo aspetto.

Io ho fatto tesoro di tutto ciò che mi ha dato lei e l’ambiente dell’Accademia di Santa Cecilia, ho fatto tesoro di quelle lezioni e ho acquisito il massimo che potevo acquisire su come interpretare e costruire un personaggio a misura su di sè. Lì ho davvero conosciuto e intrapreso il viaggio più introspettivo dell’Opera.

La Violetta che ha vestito Gilda Fiume è un personaggio complesso e delicato, che tutt’oggi non smette di far riflettere sulla complessità delle intricate reti di pregiudizi e aspettative con cui da secoli Ia donna si trova a dover fare i conti nell’affermazione della sua identità.

La maledizione che vincola la vita sentimetale di Violetta Valéry è quella di essere una giovane cortigiana parigina in una società che non vede di buon occhio la sua condizione sociale e non sa distinguere quest’ultima dal valore della sua persona e dei suoi sentimenti. Ella, per amore di Alfredo decide di cambiare vita, di abbandonare Parigi, i suoi lussi e le sue trasgressioni, e di trasferirsi in campagna. Lì i due innamorati vivono felici, ma un giorno arriva il padre di Alfredo, Germont, il quale chiede a Violetta di separarsi da Alfredo perché la loro convivenza scandalosa minaccia la reputazione del figlio

Il 100° Arena di Verona Opera Festival 2023, che si svolge con il doppio patrocinio del Ministero della Cultura e della Regione del Veneto, è in scena fino al 9 settembre con 8 titoli d’opera, 4 serate di gala e un concerto straordinario. L’eccezionalità di questa edizione si rispecchia anche nel parterre degli sponsor privati.

Si ringrazia l’Ufficio stampa di Fondazione Arena.