Alcune modeste considerazioni sulla questione “agricoltura” sollevata il 30 luglio 2021 dal convegno di Castagnaro

Di: Pierantonio Braggio

LEGGI ANCHE: Nel “nobile Rión de la Caréga, cór de Verona”, celebrata la Festa dell’Assunta

Ho letto, con interesse, su “Il Basso Adige”, l’articolo-resoconto di Francesco Occhi, del 30 luglio
2021, dal titolo: “Castagnaro, un convegno che è anche un grido d’allarme: Come rilanciare
l’agricoltura”?
, recentemente organizzato, molto saggiamente, dal Comune di Castagnaro, in una
terra feconda ed, oggi, denominata “Pianura dei Dogi”. Terra, che merita d’essere, giustamente,
promossa e valorizzata, come, del resto, benemerite Associazioni locali, con massima buona
volontà e zelo, stanno facendo, da anni. Seguo, sin da “butéléto”, si dice a Verona, il tema
agricoltura e ricordo, ancora, che la massima parte degli assunti, che, oggi, la rendono fragile, sono
gli stessi di ieri, certamente, peggiorati, da un maltempo, sempre più inclemente, anzi, più che
distruttore; da esigenze, create dal modernismo, dalle mille pretese, specie, in fatto di tipo, di
varietà, di calibro e di colore del prodotto, e da un insieme di problemi, compresa la burocrazia, e di
normative, anche europee, e, quindi di costi, che rendono pesante la già difficile vita, in campagna.
Importante, quindi – il progresso tecnico aiuta, ma, la mano e l’esperienza dell’uomo sono
essenziali, insostituibili – realizzare incontri, che tengano in contatto e aggiornati gli Agricoltori e
che servano a trasferire esperienze ed innovazione e a monitorare, costantemente, il settore, base,
peraltro, di tutte le economie – più o meno fortunate – perché senza agricoltura, non c’è vita. A
nulla servirebbe all’uomo disporre d’ogni innovazione, di avanzate tecnologie, se, egli, ovviamente,
non potesse disporre di che nutrire corpo e mente… Un principio, questo, ovviamente, non nuovo,
da sempre esistente, ma, anche se sembra impossibile, ancora oggi, troppo sottovalutato e/o
dimenticato, dalla società… Che mai si sofferma a sufficienza, sull’impegno, dell’Agricoltore, che,
voglia o non voglia, trascorre la sua vita, sulla terra, in silenzio e affrontando, ogni fatica, ogni
temperatura e intemperie, in generale, spesso, senza consolazione alcuna, per fornire alla comunità
di che vivere, sopportando, oltre al peso del costante e non semplice suo lavoro, controvalori
irrisori, per i prodotti, sempre di qualità, che egli propone al mercato. A ciò, va aggiunto il grande
contributo, in Pil ed in occupazione, che l’agricoltura apporta all’economia nazionale.
Un’agricoltura, che deve, quindi, ritrovarsi, come è avvenuto a Castagnaro, il più unita possibile,
per fare conoscere, ai più alti livelli, le proprie esigenze, che, a nostro modesto parere, in buona parte, si risolverebbero, con burocrazia al minimo e con quasi completa esenzione da imposizione
fiscale, anche, per esempio, su fitofarmaci e su macchinari, perché non è accettabile il fatto che
l’agricoltore – almeno, in Italia – dopo sì tanto impegno e alti costi, debba accontentarsi di incassi
modestissimi, mentre deve sottoporsi ad alte spese, più consistenti degli incassi stessi, per
procurarsi i materiali necessari alla propria, purtroppo, dal punto di vista del reddito, mai
soddisfacente attività. Attività, dicevamo dianzi, che conosciamo e che, più problemi, che
soddisfazioni, ci fa esprimere il nostro grande apprezzamento, per il “grande” mondo agricolo, che
va aiutato e sostenuto, con ogni mezzo e con costante attenzione, anche, dal punto di vista
dell’export e del lato commerciale, due fattori importantissimi, che, sempre più spesso, non fanno
soddisfacentemente coprire, come detto, alla produzione, il sacrificio profuso e la spesa sostenuta.
Di tutto ciò, poi, non è a conoscenza, purtroppo, il consumatore, il nostro consumatore, che
gradirebbe, certamente, essere informato sull’impegno giornaliero dell’agricoltore, sulla terra, e
che, appunto, non si può rendere conto, da quale e quanto impegno di risorse, derivi un
chilogrammo di frutta o un litro di vino: un conto, infatti, è produrli, con la schiena al sole e nella
calura – oggi, poi, e giustamente, con l’attenzione ad un minore uso possibile di trattamenti e di
concimi, cosa, che richiede ulteriore impegno – o sotto la minaccia di basse temperature, di siccità,
di nubifragi, di grandine, ed altro, e un conto è gustarli, seduti su una poltrona… Incontri, come
quelli di Castagnaro, producono molto, soprattutto, perché creano, animano e cementano unione fra
produttori, e solo l’unione, un’unione forte e coesa, può farsi sentire, con successo, ed essere
ascoltata, non solo nell’interesse dell’attuale mondo agricolo, ma, anche, nell’interesse di quei
giovani di buona volontà – e ve ne sono, attivi e realizzatori, all’avanguardia – che introducendosi,
oggi, nell’agricoltura, gettano le basi, per il futuro di se stessi e dell’agricoltura stessa, trasferendole
continuità. Incontri, dicevamo, atti a chiarire e a risolvere problemi tecnici, anche a livello
internazionale, ma, che devono, pure, essere in grado, di maggiormente sensibilizzare i
consumatori, sul generoso impegno dell’agricoltore, a favore della società. La quale deve rendersi,
pure, conto della grande missione sociale, che, chi s’impegna, in campagna, va svolgendo.