Intervista esclusiva a Marta Donzelli, produttrice di “Miss Marx” di Susanna Nichiarelli, una tra le più interessanti pellicole presentate in concorso alla 77esima Mostra del cinema di Venezia
Servizio di: Roberto Tirapelle
LEGGI ANCHE: Verona: riparte “Schermi d’amore”
Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx. Tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile. Nel 1883, quando incontra Edward Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato, ma dal tragico destino. Questo il soggetto di Miss Marx, pellicola di Susanna Nichiarelli prodotta da Marta Donzelli e definita una tra le più interessanti presentate in concorso alla 77esima Mostra del cinema di Venezia.
L’intervista a Marta Donzelli
È vero che avevate già prodotto Nico (1988) di Susanna Nicchiarelli, ma qual è stato l’aspetto che vi ha più spinto come Vivo Film a produrre Miss Marx?
“Sicuramente l’esperienza fatta con Nico è stata molto importante, perché abbiamo consolidato un rapporto profondo con Susanna. Crediamo nel suo talento e abbiamo una sintonia con il suo modo di fare cinema. Tra l’altro, ci conoscevamo da molti anni prima di Nico, quando girò L’ultima sentinella (2008), un documentario che producemmo ancora noi.
Comunque, dopo l’esperienza di Nico, che è stata molto felice, Susanna ci ha dato questa idea: raccontare la storia di Eleanor Marx. Noi l’abbiamo trovata subito interessante. Quello che ci ha conquistato è la figura femminile così complessa in un momento in cui il cinema sta esplorando sempre di più i personaggi femminili. Il cinema fatto dalle donne.
Ci è sembrato che lo sguardo di Susanna entrasse in questo personaggio contraddittorio. Da un lato, ha tutti gli strumenti per essere moderna ed emancipata; dall’altro, è ancora una donna dentro al suo tempo, con delle contraddizioni che sono proprie degli esseri umani contemporanei. Tutto ciò ci ha molto affascinato”.
È difficile trovare nel cinema italiano registe – ma anche registi – che realizzino film in costume?
“Siamo andato incontro a una situazione complessa anche per fare un film in costume, però senza essere un kolossal. Sì, è vero, non c’è molta tradizione in Italia di film in costume rispetto agli americani o agli inglesi. Comunque, anche in Italia ci sono state produzioni bellissime e fortunate. Per noi è stato molto divertente lavorare su un secolo come l’Ottocento. E molto interessante, perché è allo stesso tempo lontano e vicino. È un secolo molto moderno e il lavoro è stato molto affascinante”.
Nelle vostre produzioni mi sembra che abbiate privilegiato delle registe.
“In effetti, c’è ancora un problema numerico tra uomini e donne, una disomogeneità. La nostra produzione forse è in parità numerica. Non abbiamo fatto scelte programmatiche: noi scegliamo i film in base a quello che amiamo, in base al nostro intuito; scegliamo racconti che possano raccontare storie interessanti su di noi, che possano parlare a un pubblico contemporaneo. Negli anni ci hanno convinto molti progetti di registe donne e poi sono le registe stesse che hanno la capacità di realizzarle”.
Per Miss Marx è stato difficile trovare le locations?
“Non è stato facile, ma nello stesso tempo lavorare sull’Ottocento ci ha dato una totale libertà. Cioè, non bisogna pensare di girare un film a Londra solo perché un film è ambientato a Londra. Anche perché, se si va nella Londra del 2018 o 2019, non si ritrova la Londra di fine Ottocento. Il lavoro che è stato fatto è quello di aver ricostruito Londra a Cinecittà, in studio, in modo tale di avere una grande precisione nella ricostruzione.
Per il resto, visto che il film è girato per quadri, l’inquadratura non è mai allargata. L’idea è stata quella di incorniciare la realtà con alcuni ambienti dove si potevano fare degli interventi non enormi e trovare con la macchina da presa un mondo che si adattasse al racconto. Considerando che anche con Nico abbiamo lavorato in Belgio, così abbiamo fatto con Miss Marx. Poi ci siamo mossi in italia, esplorando varie regioni, e abbiamo trovato delle ottime locations in Piemonte”.
Sempre come produzione è stato difficile lavorare su un casting non italiano?
“Per il cast abbiamo lavorato con una casting director inglese famosa come Gail Stevens. L’abbiamo conosciuta sul set di Nico perché ci aveva aiutato in quella occasione. Con lei e Rebecca Farhall abbiamo fatto un lavoro di selezione. Dobbiamo dire che il livello degli attori inglesi è molto alto. È stato svolto un lavoro di precisione anche con gli attori. Abbiamo fatto venire dall’Inghilterra personaggi per piccoli ruoli. Anche gli stessi operai hanno fatto un lavoro meticoloso”.
Le ultime produzioni come Vivo Film sono state Siberia di Abel Ferrara e Simple Women di Chiara Malta. Mi sembra che Siberia alla Berlinale 2020 sia andato bene.
“La presentazione del film è andata bene. Poi, come tutti i film della Berlinale di quest’anno, ha avuto una vita spezzata dalla pandemia. Era un film destinato a molti Festival, ma sono tutti saltati. Adesso però si sta riprendendo: attualmente è al London Film festival. È uscito in Germania e anche in Italia. Speriamo che abbia una buona fortuna: è un film senza tempo, dovrebbe avere una lunga vita”.
E il film di Chiara Malta?
“Abbiamo prodotto il suo film d’esordio, opera prima, con Jasmine Trinca. Lo abbiamo presentato nel 2019 per l’apertura della sezione Discovery al Festival di Toronto. Il film non è ancora uscito in Italia”.
Le dichiarazioni della regista Susanna Nicchiarelli
“La storia di Eleanor mi ha dato l’opportunità di esplorare temi incredibilmente contemporanei in un contesto d’epoca, ma ho ritenuto necessario capovolgere i cliché del dramma in costume. Ho cercato di sovvertire l’immagine dell’eroina vittoriana e sostituirla con quella emblematica e moderna di una donna che combatte sul fronte personale e pubblico. Credo che la storia di Eleanor richieda di essere raccontata con una delicata ironia: la sua vita sentimentale fu assurda e tragica, i suoi guai condivisibili anche per le donne di oggi. Ma questa storia richiede anche un profondo rispetto: le battaglie di Eleanor e dei suoi compagni risultano più che mai attuali e urgenti, oggi come ieri”.
Riconoscimenti
Premio FEDIC
Premio Soundtrack Stars ai Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo
Premio La Pellicola d’Oro per la miglior sarta di scena a Paola Seghetti
Regia: Susanna Nicchiarelli. Produzione: Vivo film (Marta Donzelli, Gregorio Paonessa), Rai Cinema, Tarantula (Joseph Rouschop, Valérie Bournonville), VOO Be tv. Durata: 108’. Lingua: Inglese. Paesi: Italia, Belgio. Interpreti: Romola Garai, Patrick Kennedy, John Gordon Sinclair, Felicity Montagu, Karina Fernandez, Oliver Chris, Philip Gröning. Sceneggiatura: Susanna Nicchiarelli. Fotografia: Crystel Fournier. Montaggio: Stefano Cravero. Scenografia: Alessandro Vannucci con Igor Gabriel. Costumi: Massimo Cantini Parrini. Musica: Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, Downtown Boys. Suono: Adriano Di Lorenzo.
Per la biografia di Susanna Nichiarelli, clicca qui.
Cr. ph. Vivo Film