Da un lato ci torna gradito segnalare l’uscita d’un video, dal titolo “Le Confraternite di Verona e provincia”, a cura del prof. Giulio Labruna, e con il supporto di Fondazione Cattolica, Verona, per la presentazione del quale si sta pensando ad un apposito evento, che con congruo anticipo segnaleremo; dall’altro, ad ogni modo, riteniamo importante dare spazio, oggi, ad un modesto scritto, propedeutico alla presentazione citata, onde chi partecipasse alla proiezione dell’interessante e ‘documentato’ documentario, disponga d’un quadro, il più possibile completo, dell’essenza delle “Confraternite” e mirante a facilitare la comprensione dei diversi ed interessanti contenuti del video stesso.

– Denominazioni ufficiali delle Confraternite veronesi, che ci è stato dato di contattare:

  1. Confraternita Enogastronomica Veronese del “Bòncuciàr”, Verona;
  2. Confraternita delle “Erbette e della Pissòta”, Verona;
  3. Confraternita del “Lésso e della Péarà”, Verona;
  4. Confraternita dei Nostalgici del “Tabàr di Sant’Antonio Abate”, Concamarise, Verona;
  5. Confraternita del Sovrano Ordine della Clava di Ercole, per la promozione dell’ ”Olio d’Oliva della Valpolicella”, Negrar, Verona;
  6. Confraternita degli ”Òssi de pòrco e champagne”, Custoza, Sommacampagna, Verona:
  7. Confraternita della “Pizza del Castellano”, Villafranca, Verona;
  8. Confraternita della “Polènta”, Vigasio, Verona;
  9. Confraternita del “Radicchio Rosso di Verona”, Casaleone, Verona;
  10. Confraternita del vino Custoza DOC, Custoza, Verona;
  11. Imperial Castellanìa di Suavia, Soave, Verona;
  12. Sovrano et Nobilissimo Ordine dell’ “Amarone e del Recioto” – SNODAR”, Sant’Ambrogio di  Valpolicella, Verona.

– Le Confraternite, in generale… Confraternite… Un termine particolare, antico, quasi romantico…, che desta attenzione e, al tempo, curiosità e di datata origine religiosa, con il quale s’indicavano, sino ad un recente passato – la nostra età, ci permette di ricordarlo – gruppi di fedeli, che, si proponevano, non solo di praticare, con volontà, assiduità e pietà, i precetti religiosi, ma, che, al tempo, si dedicavano, pure, ad opere di aiuto al proprio gruppo e di solidarietà in generale, unite ad amicizia, fra i confratelli stessi. Tali Confraternite si distinguevano, attraverso particolari mantelli tuniche e cinture, atte a trattenere al meglio le tuniche stesse, nonché, stendardi e simboli religiosi e appariscenti, sostenuti a mano, partecipando, nelle festività religiose, tanto a sacre funzioni, che a processioni…– che mai dimenticheremo – collaborando, con passione e pietà, alla buona riuscita delle stesse. Con il trascorrere del tempo, il termine “confraternita”, attenuatosi, purtroppo, il suo contenuto religioso, è diventato, in vero, molto positivamente, vocabolo, avente il significato di associazione di persone, che perseguono un determinato fine – promozione di tradizioni, di usi, del territorio, dell’agroalimentare locale, di cibi, di vini e d’altro, tutto, del resto, indirettamente sostenendo, attivamente, l’economia – ma, mai dimenticando, come dianzi accennato, il grande concetto di fratellanza e di solidarietà, non solo fra soci, ma anche verso gente, esterna alle confraternite stesse. Confraternite, dunque, con fini, rigorosamente a statuto, ma, ovviamente, un diversi, l’una dall’altra, ben diffuse essendo le stesse, in Europa e, quindi, in Italia, e svolgenti intensa attività, come detto, in campo promozionale di vari temi e contenuti, e, da notare, a esclusivo titolo di volontariato e, quindi, non di lucro. Nella provincia di Verona – nella quale, territorio, arte, tradizioni, agroalimentare e sensibilità verso il prossimo, costituiscono le massime risorse locali – sono attive, da diversi anni, varie, fra Confraternite e Associazioni affini, ben radicate nel territorio, non solo  animandolo, ma, al tempo, creando in esso anche valore aggiunto, con numerosissime, sempre grandi iniziative, mai trascurando, anzi, sostenendo, anche l’importante elemento cultura. A tali Confraternite e Associazioni – dodici, quelle contemplate, nel nostro caso, in tema – è dedicato, dunque, il sopra annunciato video, mirante a porre in luce l’operatività e il contributo assolutamente positivi, che le stesse apportano al territorio ed alla cittadinanza, con forte impatto, come cennato, anche nel sociale.

Storia, scopi e attività, in breve, delle singole Confraternite veronesi, sopra considerate.

1 – Confraternita del “Bòncuciàr”, Verona. Sorta nel 1996, per iniziativa di amici, che amavano la buona tavola, non solo mira a dare continuità a tale importante concetto, rifacendosi ad antiche e valide ricette veronesi, stese pure da esperti, ma, anche a promuovere, usandolo essa stessa, l’ottimo agroalimentare veronese. Ciò, per farlo conoscere e valorizzarlo, anche con il supporto di dettagliate introduzioni e spiegazioni propedeutiche. Ad ogni fine marzo, la Confraternita del Bòncuciàr festeggia il suo anniversario di creazione, detto “Capitolo” – il XL, quello del marzo 2019 – accogliendo, a Verona, importanti delegazioni ufficiali di Confraternite, non solo italiane, ma, anche da diversi Paesi d’Europa, per un totale di circa 300 persone… Da notare, a titolo informativo, che “bòn cuciàr”, significa, in dialetto veronese, “buon cucchiaio”– le gentili Signore, che, attivamente, vi collaborano, sono ufficialmente denominate “cuciàrine”.  Presidente: Alessandro Salarolo, che ha fattivamente collaborato alla realizzazione del video in parola;

2 – Confraternita delle “Erbette e della Pissòta”, Verona. Sorta nel 2018, e avendo la sua sede in zona collinare, accanto alla magnifica, quarta Torricella austriaca, e, quindi, nel bel mezzo del verde, caratteristico di quell’ambiente, si pone lo scopo di valorizzare le “erbe spontanee locali” e la “pissòta”. Questo, nel senso che ogni desinare, proposto dalla Confraternita stessa, è a base del tutto vegetale: erbe, raccolte, nei dintorni della propria sede, l’Agriturismo alle Torricelle, ed elaborate accuratamente, in base a ricette del più modesto passato, nonché accompagnate, appunto, dalla “pissòta”, una sorta di semplicissima e povera focaccia, d’origine della vicina Valpolicella, costituita da farina e da acqua e condita, con fondi o depositi d’olio di oliva – morchia – denominata, in dialetto, “mólca”. Tutto, nel ricordo dell’impegno, in cucina, di nonna e mamma dell’agrichef, presidente, Fiorella Dal Negro;

3 – Confraternita del “Lesso e della Péarà”, Verona. Non poteva mancare, nel Veronese, un’associazione, che desse evidenza ad un tradizionale e saporitissimo piatto, nato in un lontano passato, soprattutto, per utilizzare, al completo e scopo di risparmio, pane raffermo. Con esso, grattugiato, si preparava la “péarà”, ossia, una crema di pane, per così dire, piuttosto “pepata” e ben condita, e, quindi, gustosissima, che veniva servita, abbinata a manzo, a lingua di manzo lessati ed a cotechino. Un piatto straordinario, un tempo, da poveri, ed oggi, considerato, giustamente, al massimo grado della tradizione culinaria veronese. Nel 2018, allo scopo di evidenziare la tradizione e l’importanza di tale richiestissimo desinare e di farne conoscere il metodo di preparazione, è stata creata, appunto, la Confraternita del “Lésso e della Péarà”, laddove, “pèarà” è participio passato femminile del veronese verbo “péaràr”, ovvero, “pepare”. Presidente: Leopoldo Ramponi, anche autore del dettagliatissimo e illustratissimo volume, dal titolo: Il gusto della Memoria, la cucina dei veronesi, carta patinata, numerose fotografie, 231 pp., Cierre Grafica, Caselle di Sommacampagna, Verona, 2017;

4 – Confraternita dei “Nostalgici del Tabàr di Sant’Antonio Abate”, Concamarise, Verona. “El tabàr” o tabarro, è stato, sino a quasi fine anni Sessanta del 1900, un mantello nero, molto diffuso in Veneto, soprattutto in provincia, ma, sostituito, poco a poco, dal paltò e, quindi, dagli attuali giacconi. Lo indossavano gli uomini, che in esso avvolgevano tutta la propria persona, dal collo, sino a ben oltre le ginocchia. “El tabàr” – portato, del resto anche da Sant’Antonio Abate, patrono della Confraternita – è stato un po’ un pretesto, per la creazione dell’omonima, operosissima Associazione. La quale mira, in realtà, con massima attenzione e cura, a fare conoscere e a perpetuare, per quanto possibile, antichi usi, costumi e tradizioni, soprattutto del nostro fecondo mondo agricolo, e, quindi, l’antico cibo compreso, del Basso Veronese, sempre stretto mantenendo, molto lodevolmente, con giusto orgoglio, il legame, con la religione. Non mancano il lato importante della solidarietà, con zone italiane terremotate, e stretti rapporti con la città di Assisi, terra di San Francesco. Particolare attenzione volge, per Statuto, la Confraternita di Concamarise al proprio dialetto locale, pure patrimonio di antichissima tradizione e di cultura. Presidente: Fabrizio Lonardi;                                          

5 – Confraternita del Sovrano Ordine della Clava di Ercole, per la promozione dell’ ”Olio d’Oliva della Valpolicella, Negrar, Verona. Noto è che, se la feconda Valpolicella produce ottimi, pregiatissimi vini, la sua feconda terra dona anche prezioso olio d’oliva – extra vergine, più precisamente – contribuendo fortemente, al tempo, con le relative cerulee ed eleganti piante, a creare, assieme alle viti, un meraviglioso, spettacolare paesaggio. Succo d’olivo particolare, quello della Valpolicella, che, appunto, la Confraternita della Clava del Sovrano Ordine d’Ercole – saggiamente, creata nel 2007 – promuove, dando, così, pure grande contributo alla locale economia, che, fra l’altro, significa, non solo olio, ma, con lo stesso, valorizzazione anche della locale ristorazione. Ma, perché, poi, la Valpolicella disturba l’antico e romano, divino Ercole? Il Dio non solo conosceva, ma, proteggeva l’olivo e il suo prezioso olio e lo diffondeva fra i popoli delle aree viciniori, che non solo d’esso si nutrivano, ma, lo usavano, anche, come duraturo combustibile, per le proprie, povere lampade. Presidente: Gianni 

6 – Confraternita degli “Òssi de pòrco e champagne”, Custoza, Sommacampagna, Verona. Spinta alla costituzione della Confraternita è stato il piacere dell’incontro fra amici. Essa è sorta nel 2009, per creare occasioni di “magnàr e gustàr, insieme”, un cibo “povero”, ossia, i saporitissimi “òssi de pòrco”, abbinati ad un vino “ricco”, lo champagne… I primi incontri si sono tenuti presso il Ristorante “Tamburino Sardo”, Custoza. Anno, dopo anno, è cresciuta una coltivata amicizia fra i soci, mentre, successivamente, di tanto in tanto, altri hanno bussato alla porta, per partecipare. Ne è nata, quindi, l’idea d’una ‘Confraternita’, con il tempo, ampliata ad altre finalità, fra le quali, le più importanti, la cultura enogastronomica, la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio – fra essi, il noto ed invernale “Broccoletto di Custoza” – e, non ultima, la beneficenza. La Confraternita degli “Òssi de pòrco e champagne”, frequentata da fiore di professionisti, ha la sua sede, come sopra cennato, presso il Ristorante “Tamburino Sardo”. Presidente: Morello Pecchioli;            

7 – Confraternita della “Pizza del Castellano”, Villafranca, Verona. Essa prende la sua denominazione ufficiale dallo scaligero Castello di Villafranca, Verona, e, mentre cura la diffusione della conoscenza di tradizioni e di storia, la creazione di amicizia e la promozione dell’agroalimentare, si propone, essenzialmente, di dare risalto all’ormai caratteristico, fra gli altri, famoso prodotto di qualità di Villafranca, la “pizza”, divenuta, ormai, vero marchio – brand, direbbero gli inglesi – dentro e fuori i confini di Villafranca. Pizza curatissima, in ogni particolare, sia nella preparazione della pasta, molto leggera, nello spessore, molto misurato, che nella farcitura e nella cottura, in stretta osservanza dei canoni migliori della cucina locale. La Confraternita della Pizza del Castellano premia, ogni anno – allo scopo di promuovere costantemente il meglio, in fatto di pizza – titolari di pizzerie e loro collaboratori, che, con la loro studiatissima attività, valorizzano fattivamente la cultura gastronomica locale, utilizzando i prodotti genuini dei dintorni, dono del suolo fecondo e del generoso agricoltore. Presidente: Carlo Ferrarese;

 8 – Confraternita della “Polènta”, Vigasio, Verona. Fu creata, il sabato 2 ottobre 2004, in occasione del primo galà, per la presentazione della “Festa della Polènta”, manifestazione che si tiene, annualmente, a Vigasio, Verona. A quindici anni, dalla fondazione della Confraternita, dei sei soci fondatori, alcuni continuano l’impegno della valorizzazione del territorio, delle tradizioni e del mais, o granoturco, da cui, si ricava la farina di mais. La quale, unita ad acqua e sale, era cotta, un tempo, in un paiolo di rame stagnato, detto “stagnà”, sospeso ad una catena, sulle fiamme del focolare. Diventata cremosa, essa veniva versata su un ampio, tagliere in legno, detto “panàra”. Raffreddata, era tagliata a fette, con un filo di refe e fatta abbrustolire sulla brace o sulla stufa, a legna. Chiaro, che promuovere la “polènta”, significa, al tempo, valorizzare tradizioni e territorio, nonché l’agroalimentare locale, in generale, visto che la stessa ottimamente si presta a diversi, straordinari abbinamenti. Presidente: Renzo Preato; 

9 – Confraternita del “Radicchio Rosso di Verona”, Casaleone, Verona. Creata nel 1994, promuove lo speciale Radicchio Rosso di Verona, che si coltiva, particolarmente, in quel di Casaleone e dintorni, Verona, dove il suolo è particolarmente adatto a tale coltivazione. Quella in tema, è una varietà particolare, che si semina, come le altre, a luglio e si raccoglie, non senza massimo impegno, fra ottobre e marzo, prediligendo il purpureo vegetale, dalle venature eburnee, temperature fredde, delle quali, il Basso Veronese, d’inverno, è ricco. Da tenere presente è il fatto, che non si tratta solo di semina e di coltivazione, ma, anche, dopo il raccolto, di eliminazione di fogliame esterno, non utilizzabile e, quindi, di corretto lavaggio dei cespi. Del Radicchio, caratteristico, per croccantezza e sapore dolce, è il “germoglio”, ossia, il radicchio, con cespo, al suo iniziale stadio di sviluppo. Tale cultura è essenziale, per il Basso Veronese, in quanto crea occupazione, particolarmente, al tempo del suo raccolto, quando, data la fredda stagione, la normale agricoltura tace, creando così preziosa occupazione. Presidente: Enrica Claudia De Fanti;

10 – Confraternita del vino “Custoza DOC”, Custoza, Sommacampagna, Verona. Istituita nel 2009, su iniziativa dello storico presidente di Pro Loco Custoza, cav. Elio Franchini, la Confraternita del vino Custoza DOC conta, oggi, quindici affiliati e, attualmente, ne è responsabile il saggio ed attivo Elio Franchini stesso. Essa si affianca alle iniziative della Pro Loco, per la promozione del bianco e brillante Custoza DOC e, quindi, del territorio di Custoza, ricco, non solo di vigneti e di colline verdeggianti, ma, anche scrigno della memoria degli eventi cruciali della storia italiana, il cui fulcro è, purtroppo, l’Ossario di Custoza, grande, dovuto monumento, dedicato a tutti i Caduti delle battaglie del 1848 e del 1866, e custode delle spoglie di amici e nemici, accolti, in un unico sacrario. I soci della Confraternita vengono scelti, per i loro elevati profili, tra viticoltori, professionisti e cittadini, considerati meritevoli di entrarvi e garanzia di fattivo e fecondo apporto, alle iniziative della stessa. Presidente: Elio Franchini. Ringraziamo, per i dati di cui sopra, il gentile segretario dell’Associazione Pro Loco di Custoza, Romeo Montresor;

11 – Imperial “Castellanìa di Suavia”, Soave, Verona. L’Imperial Castellanìa di Suavia, fu fondata nel 1971, essendo, così, la prima Confraternita enoica – ossia, dedicata alla vite ed al vino – ed unica nel suo genere, in quanto, composta esclusivamente da gentili Dame, affermate in ambienti artistici, culturali ed imprenditoriali. Essa ha la sua sede in Soave, Verona, la feconda terra del vitigno “Gargànega”, dal quale deriva il noto e brillante vino Soave, e si rifà alla principessa di Svevia, imperatrice d’Antiochia, sposa di Federico Della Scala, conte di Valpolicella. L’imperatrice – primi anni del 1300 – consegnava alle ospiti, sia la chiave del Castello di Soave, sia un calice di pregiatissimo vino bianco, quale ”sovrana panacea, capace di rendere vellutata la pellagione del viso, turgidi i seni ed eburnei i glutei”… Difendevano le “castellane”, uomini di prestigio, detti “spadarini”, che tali diventano pure i possibili nuovi soci d’oggi, ricevendo, dalle Castellane, all’atto della nomina, un ferreo “spadino”. Presidente: Anna Luisa Mancini;

12 – Sovrano et Nobilissimo Ordine dell’ ”Amarone e del Reciòto” – SNODAR, Sant’Ambrogio di  Valpolicella, Verona. Si narra che, nell’aprile 1320, nel fastoso castello di Marano, presso il tempio di Santa Maria della Valverde, Federico della Scala, conte di Valpolicella, alla presenza di vari, fedelissimi cavalieri e di dignitari prestigiosi, abbia proceduto all’investitura dei primi Cavalieri del Reciòto, lo speciale, dolce vino, frutto, appunto, delle uve della feconda Valpolicella. Il 7 aprile 1969, riprendendo tale importante tradizione, con preciso, severo e colorito cerimoniale e nello stesso luogo, sono stati investiti i primi Maestri Equestri del Sovrano e Nobilissimo Ordine dell’Antico Reciòto – successivamente, anche del notissimo e pregiatissimo Amarone – mentre il 1° Maggio 1969, a Pedemonte, Verona, fu costituita ufficialmente la “Contea del Vino della Valpolicella”, che, come in antico, abbraccia il territorio veronese dei cinque Comuni della vallata e cioè Negrar, Marano, Fumane, San Pietro in Cariano e Sant’ Ambrogio. Presidente: Arnaldo Semprebon.

Tutto questo cerca di raccontare, con raffigurazioni realistiche e suggestive, perché registrate dal vivo, il video in tema, ideato, anche per meglio fare conoscere la feconda attività delle “Confraternite”, per dare loro luce e, al tempo, esprimere loro dovuta riconoscenza. Una copia del menzionato video sarà consegnata gratuitamente ad ogni Confraternita.

Pierantonio Braggio