A VERONA FINO AL 18 MARZO 10 PELLICOLE PER 6 DECENNI DI CINEMATOGRAFIA D’AUTORE
Alza il sipario sul talento del regista, sceneggiatore e produttore moscovita, Andrej Končalovskij, la 10^ edizione degli Incontri con la cultura russa, la rassegna annuale dedicata al cinema russo in programma ogni lunedì dal 14 gennaio al 18 marzo al palazzo della Gran Guardia di Verona (Sala Convegni 3° piano, ingresso libero). Organizzato e promosso da Consolato Onorario della Federazione Russa in Verona, Associazione Conoscere Eurasia, Casa Russa in Verona, Russkiy Mir Foundation e Gosfilmfond, con il patrocinio del Comune di Verona, il cineforum ripercorre in 10 pellicole 6 decenni di cinematografia firmati da Končalovskij, un artista poliedrico, capace di scorgere, interpretare e suggerire le diverse sfumature dei diversi protagonisti, mondi e milieu della Russia contemporanea, e non solo.
Per Antonio Fallico, presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia: “Oltre ad essere uno dei più grandi protagonisti del cinema mondiale, Andrej Končalovskij offre alcune delle più sincere fotografie d’autore su grande schermo dell’epoca contemporanea e delle sue trasformazioni. Uno sguardo sul mondo e sulla Russia che speriamo rappresenti un ulteriore stimolo ad approfondire la conoscenza e il dialogo culturale tra i nostri Paesi”.
“La rassegna – spiega Giancarlo Beltrame, da due anni curatore degli Incontri con la cultura russa – mette a fuoco il legame profondo di Končalovskij con quella che più volte nelle sue interviste ha chiamato ‘l’anima russa’: l’animo slavo che sopravvive sempre, oltre la storia e i regimi politici. In questi dieci film abbiamo voluto concentrare più di mezzo secolo di carriera e coerenza artistica, in cui Končalovskij ha saputo mantenere un’incredibile lucidità di analisi, con freschezza e inventiva”.
Si parte lunedì 14 gennaio (ore 20.30) con una delle sue prime sceneggiature, “L’infanzia di Ivan” (1962), l’esordio cinematografico dell’amico e compagno di studi Andrej Tarkovskij che si guadagnò il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia con un nuovo modo di raccontare gli orrori della guerra, senza battaglie e scene belliche. Il film, che può essere considerato un manifesto antimilitarista, è ambientato durante il secondo conflitto mondiale e narra la storia di Ivan, un ragazzino di 12 anni che dopo aver perso la famiglia si unisce prima ai partigiani e poi all’esercito sovietico per contrastare gli invasori nazisti.
Nato a Mosca nel 1937 in una famiglia di artisti e intellettuali, Andrej Končalovskij è figlio dello scrittore per ragazzi e autore del testo dell’inno nazionale russo, Sergej Michalkov, e della poetessa e traduttrice Natal′ja Končalovskaja, di cui ha assunto il cognome per differenziarsi dal fratello regista Nikita Michalkov. La sua passione per l’arte nasce con la musica – che lo porta a laurearsi in pianoforte nel 1959 – per poi approdare al grande schermo, che impara a conoscere alla scuola di cinema VGIK diretta da Michail Romm, dove inizia anche la proficua collaborazione con Andrej Tarkovskij. In seguito si spinge prima a concentrarsi sulla resa di testi letterari e poi a trasferirsi negli Usa, dove realizza pellicole di successo come “Maria Lover’s” (1984) e “A 30 secondi dalla fine” (1985).
Tornato in Russia dopo la fine dell’Urss, nel 1991 porta al Festival di Berlino “Il proiezionista”, una critica contro il regime stalinista. Tra i riconoscimenti si contano tre Leoni d’argento per la migliore regia a Venezia con La casa dei matti, Le notti bianche di un postino (2014) e Paradiso (2016), e un Premio speciale della giuria a Cannes con Siberiade (1979).